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Piccoli costruttori di cattedrali: in viaggio tra Venezia e Milano

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Vacanze al mare, in montagna, al lago… ma anche in città.

In libreria sono presenti sempre più spesso guide turistiche dedicate ai bambini dove, accanto alle fotografie di monumenti, trovano posto illustrazioni e dove spesso visitare una città vuol dire conoscere la sua storia, anzi tante sue storie.

Piccola Casa Editrice pone una grande lente di ingrandimento su due delle città più visitate d’Italia, Venezia e Milano, e dedica due guide a due edifici importanti dal punto di vista storico, architettonico, culturale e (come vedremo) anche religioso: la basilica di San Marco a Venezia e il Duomo di Milano.

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San Marco a Venezia

Prima di veder sorgere la basilica di San Marco, dobbiamo fare un salto alle origini di Venezia, a quando era solo un arcipelago di decine di isolette separate da canali e disabitate. Ad essere abitate erano invece le vicine città romane sulla terraferma (come Atino, Oderzo, Aquileia…), fino a quando – per paura dei barbari – in molti fuggirono dalle città per rifugiarsi, con tutto ciò che era stato loro possibile portare via, nelle isole della laguna, dove pensavano di essere al sicuro (e così fu). Passato il pericolo, sempre in molti decisero di restare. Certo, la vita in laguna non era facile, e il suolo fangoso e instabile richiedeva il prosciugamento di vaste zone e il loro rinforzo con milioni di pali di legno nel terreno, prima di costruirci sopra case e chiese.

Una volta strappata ai barbari, Venezia finisce sotto il controllo dell’Impero bizantino e dal 657 d.C. è governata da un solo capo, il doge. Proprio a uno dei suoi dogi, Giustiniano Partecipazio, è legata la nascita della basilica di San Marco, perché, pur rimanendo questi in carica solo due anni – a partire dalla morte del padre nel 827 – , sotto il suo governo avvenne un fatto molto importante per la storia che stiamo narrando: due mercanti veneziani riuscirono ad appropriarsi ad Alessandria d’Egitto delle spoglie dell’evangelista Marco, portandole a Venezia.

Con un breve salto nel tempo, il libro ci racconta la storia dell’evangelista Marco fino alla sua sepoltura ad Alessandria d’Egitto (città di cui era vescovo) e al successivo furto, da parte dei mercanti veneziani Buono e Rustico, del corpo del Santo portato poi a Venezia (come fecero? Lo scoprirete leggendo).

L’accoglienza al rientro d’Alessandria d’Egitto fu trionfale; il doge Giustiniano decise di custodire le reliquie del Santo in una cappella del suo palazzo e poi di avviare la costruzione di una chiesa a lui dedicata.

Il leone, simbolo del Santo e ben visibile nella facciata della basilica, divenne il simbolo della città stessa e lo troviamo in molti luoghi di Venezia.

Arriva così il momento di entrare nel cantiere di San Marco, con i vari artigiani, occupati ognuno nella propria specialità (decoratori, mosaicisti, scultori…).

Al centro della narrazione c’è l’arte del mosaico, un’arte importata dall’oriente e che qui si rivela in tutto il suo splendore. Vediamo poi la chiesa dall’alto, illustrata e sezionata, con i suoi portali, le sue cupole e tutte le sue colonne (ben 500!).

Foto e illustrazioni si alternano in questa visita guidata, con attenzione a particolari dell’interno così come a ciò che si può scoprire all’esterno, magari camminando con il naso all’insù o guardandosi intorno, dove anche il campanile merita tutta la nostra attenzione.

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Il Duomo di Milano

Poche ore di treno separano Venezia da Milano, anche qui i piccoli visitatori, macchina fotografica e taccuino in mano, hanno molto da osservare e da annotare. Si parte anche in questo caso da quando il Duomo ancora non esisteva.

“Al sorgere dell’anno Mille, su questa terra, si cominciano a costruire chiese. Si sarebbe detto che il mondo si scuotesse del passato e si rivestisse dovunque di un bianco mantello di cattedrali”.

Le parole del monaco francese Rodolfo di Cluny ci riportano a quando, nel Medioevo, tutti si aspettavano con l’anno Mille la fine del mondo, una fine che non arrivò.

Milano, allora Mediolanum, era già una città importante, con 100.000 abitanti, e in crescita, grazie alla costruzione di lunghi corsi d’acqua, i Navigli, che favorirono gli scambi commerciali e l’irrigazione delle campagne. Siamo alla fine della società feudale e all’inizio della civiltà comunale, con l’emergere della borghesia e la nascita delle Signorie. Le città cominciano a riempirsi di chiese, come le cattedrali di Padova, Firenze e Orvieto…

A Milano esistevano soltanto la basilica di Santa Maria Maggiore, a cui era crollato il campanile nel 1353, e la basilica estiva di Santa Tecla. Già nel 1386 l’arcivescovo di Milano pensava a una nuova cattedrale al posto della basilica di Santa Maria Maggiore, una chiesa che sarebbe dovuta essere per la città la Casa di Dio (Domus Dei, Duomo appunto) e che da subito incontrò l’entusiasmo della popolazione.

Come per Venezia, anche qui un nome è centrale per l’inizio dei lavori ed è quello di Gian Galeazzo Visconti, salito al potere con un tranello giocato ai danni dello zio Bernabò e nel 1395 nominato duca dall’imperatore Venceslao.

La costruzione del Duomo era importante per attirarsi la simpatia del suo popolo, Gian Galeazzo fece arrivare in città scultori e architetti e decise di utilizzare il marmo rosa invece del mattoni di cotto impiegati abitualmente.

E così, il 15 marzo 1386, dopo la demolizione di edifici precedenti, venne posata la prima pietra del Duomo.

Il marmo rosa utilizzato veniva dalle cave di Candoglia, di proprietà del duca; i blocchi di marmo a disposizione della Fabbrica del Duomo giungevano attraverso i Navigli al grande cantiere e riportavano il marchio AUF (Ad usum fabricae), questo voleva dire che viaggiavano senza tasse (e per questo ancor oggi a ufo si utilizza nel senso di “gratis”).

Nel 1404 sorse la prima delle 135 guglie, ma i lavori sono durati 600 anni, solo nel 1965 venne terminata la facciata con la sistemazione dell’ultima porta di bronzo e ancor oggi è attiva la Veneranda Fabbrica del Duomo che si prende cura della cattedrale.

A Gian Galeazzo è dedicata la statua in cima alla prima guglia ma in tanti parteciparono alla costruzione, l’intero popolo fu chiamato a raccolta e a contribuire; tra i più grandi sostenitori Marco Carelli, un ricco mercante e generoso donatore, l’unico non sacerdote ad aver l’onore di aver conservate le proprie ceneri all’interno della cattedrale.

Anche a Milano la vita nel cantiere è animata da una ricca comunità che raccoglie artisti, artigiani, manovali… tutti intenti in una creazione che si preannuncia centrale per la città.

Dopo aver conosciuto qualche curiosità sulla storia della sua costruzione, anche per il Duomo di Milano arriva il momento dell’esplorazione nel presente, tra foto e illustrazioni, dando uno sguardo all’immenso insieme per poi soffermarsi su tanti (curiosi) particolari.

I due volumi

appartengono alla collana Piccoli costruttori di cattedrali, presentano una impostazione simile, replicabile certamente per tutte le altre meravigliose cattedrali presenti sul nostro territorio.

I due libretti riportano in fondo, oltre alla mappa delle chiese, una pagina dedicata ad alcune informazioni utili, come gli orari per le visite, una bibliografia minima per chi volesse approfondire le conoscenze acquisite e la sezione Per saperne di più.

La lettura ci ricorda, anche con alcune citazioni (come quelle di Papa Francesco e di Angelo Scola, arcivescovo di Milano), la devozione dietro la costruzione di queste cattedrali, la stessa che ha visto le pareti di marmo bianco e rosa dell’interno del Duomo di Milano annerirsi grazie al fumo delle milioni di candele accese dai fedeli nel corso dei secoli. L’architettura in questi casi esprime molto più della grandezza, delle bellezze e delle ricchezze esposte, si tratta di veri e propri cammini di fede ed accoglienza, nel passato come nel presente.

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