Papi, ma in quale colore butto il mio sacchetto? Ogni mattina, mia figlia Marta ed io facciamo a gara a chi prima esce da casa per raggiungere l’isola ecologica del quartiere e “rimettere in ciclo” gli scarti domestici del giorno prima.
Le bucce della frutta e i fondi di caffè vanno nel marrone. Al bianco si affida lo smaltimento di carta e cartone. Nel giallo la plastica e nell’azzurro il vetro. Nel verde dell’indifferenziata, si spera di poter dimenticare, almeno per un po’, la puzza del pannolino di Agnese, la più piccola della famiglia. È un’impresa riuscire a districarsi tra i vari contenitori, affiancati come le bande di luce colorata dell’arcobaleno, e abbinare odori e colori!
Dalla decisione di quale dei tanti cassonetti servirsi parte L’incredibile viaggio di una buccia di banana (nella collana LeMilleunaMappa, Edizioni Giralangolo), una mappa lungo i cui percorsi è possibile seguire le tracce dei rifiuti dalla raccolta al loro riutilizzo, quando ciò è possibile, e stanare i cattivi comportamenti che mettono a rischio l’ambiente e, quindi, la nostra salute.
Dispiegare la cartina su cui è disegnata una vera e propria città dei rifiuti affollata di camion che trasportano e smistano organico, carta, vetro, metallo e plastica e orientarsi tra gli impianti di raccolta e riciclo è un grande gioco d’investigazione a cui Marta si presta nel ruolo di detective.
Si comincia da scuola, dove una corretta differenziazione permette di recuperare e riutilizzare la carta e cartone perfino per fare i contenitori per la pizza e, quindi, salvare le foreste di Paesi lontani.
Aggirandosi come un segugio tra le corsie di un centro commerciale, il nostro valoroso poliziotto inchioda sul fatto il pericolo numero uno dei consumi, l’imballaggio. La scena del delitto è lo scaffale. Per ogni merce esposta, viene impiegata una quantità sproporzionata di prodotti che non sfigurerebbero in un penitenziario speciale dedicato ai crimini contro l’ambiente: nastro adesivo, sacchetti, fogli a bolle, chips di polistirolo, gommapiuma. La conservazione del prodotto come motivazione al misfatto non è un attenuante che si può accettare a cuor leggero. E il nostro inquirente, infatti, sentenzia: “Papi, scartiamo tutte le brioscine e liberiamole!”. Chissà cosa ha in mente?
Il viaggio prosegue tra consigli e curiosità: l’utilizzo del compost prodotto dal rifiuto organico per concimare il terreno; la possibilità di riciclare il vetro all’infinito; la raccolta dell’alluminio per tanti possibili riutilizzi (le lattine delle bibite, il telaio di una finestra, il cofano di un’auto, gli ingranaggi di un orologio).
Prima di rientrare a casa, l’indagine conduce al parco, dove i bambini usciti da scuola consumano le loro merende e sempre più spesso si mostrano emuli dei maialini protagonisti di una famosa serie di cartoni animati per bambini. Solo che, in questi casi, non c’è da sbudellarsi dalle risate, stesi a terra a pancia all’aria. Anzi.
A casa, tanti sono gli oggetti di plastica e tante le opportunità di riciclo: lampade e sedie, panchine e tessuti per l’abbigliamento. L’invito è a riflettere prima di utilizzarla anche per gli usi domestici quotidiani. “Papi ma perché non utilizziamo anche noi le scodelle di plastica?”, mi dice Marta con aria furba, quando la mamma le chiede di aiutarla a sparecchiare dopo cena.
Alla fine del viaggio, sul retro della mappa, s’identificano i colpevoli che non sono i singoli rifiuti. L’inchiesta apre ad altre ipotesi di colpevolezza: la cattiva differenziazione, la grande distribuzione, la nostra maleducazione. Sul banco degli imputati sono additati in tanti. Marta mi guarda perplessa e mi dice: “Ma noi perché, per bere, compriamo sempre tante bottiglie di plastica?”.
Con l’aiuto dei testi semplici e sapienti di Andrea Vico e delle illustrazioni chiare ed efficaci di Agnese Baruzzi, la mappa aiuta noi genitori a trattare il tema della riduzione dei consumi e del riutilizzo dei rifiuti come un grande viaggio da proporre ai nostri figli per parlare loro della sostenibilità ambientale ed è un banco di prova della nostra maturità come cittadini.
Dimenticavo: buon viaggio alla buccia di banana, sperando che nessuno inciampi…