Viaggiando con i cantastorie è la rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Edmondo De Magistris” di San Nicolò Gerrei in provincia di Cagliari. Il nostro istituto comprende le scuole di Armungia, paese natale di Emilio Lussu, Ballao bagnato dal placido Flumendosa, Goni e i suoi menhir, San Basilio dove potrete ammirare i resti delle terme romane, San Nicolò Gerrei con i suoi meravigliosi scorci, Sant’Andrea Frius all’ombra dei mandorleti, Silius protetto dal suo splendido castello medioevale e Villasalto, un suggestivo borgo minerario.
L’appuntamento di oggi è dedicato alle storie che vengono tramandate dagli anziani ai bambini, storie ancora oggi raccontate in sardo, come il “Contu de cogas”, storie delle streghe (di cui vi riportiamo in fondo la traduzione).
Contu de cogas
M’arregodu candu furiu piticca, ca cussas personasa prus mannasa de mimi, si contanta sempri contusu de cogas.
E un’otta, appuntu, mianta contau, ca una femmina de idda dependi andai a su satu, iada basau su pippiu in su letu. Candu furia torrada ioda biu ca su pipiu in su letu no doi furiada prusu e intendendi un strivingiu asuta de su letu, si furiada indullia e iada biu ca doiada impari cunsu pipiu unu ottu chi furiada in cica de indidi sui su sanguni. Agustu puntu essia allestru a forasa, iada offerrau una bella petia, e postu su pipiu in su letu, a donaua cussu atu una bella surra. Sa dii infatti, si furiada bia ingiru una femmina tutta pistada e tottusu scirianta ca cussa furiada sa coga e si domandanta einnui diantessi cassada. Si naranta puru, ca cun su sanguni chi suianta de is pipius, torradasa a domu, andata a sa forredda, caccianta in su fari fari e du fianta coi e poi si du pappanta, tipu costedda.
Infatti e pogussu chi nanta: “costedda de coga”. E nanta puru ca is cogas tenianta su donu de si trasformai in gattusu.
Le storie di “cogas”
Mi ricordo che quando ero piccola le persone più grandi di me, mi raccontavano sempre “le storie di cogas” cioè le storie delle streghe.
Una volta mi hanno raccontato che una donna di San Basilio dovendo andare in campagna, aveva lasciato il bambino, appena nato, nella sua culla. Rientrata a casa si accorse che il bambino non c’era più e udendo dei rumori provenire da sotto il letto si inchinò scoprendo il suo bambino con un gatto che cercava di succhiargli il sangue. La donna terrorizzata uscì di corsa in cortile e presa una piccola bacchetta, dopo aver messo il bimbo a letto, picchiò per bene il gatto. Il giorno dopo si vide camminare per le strade del paese una donna tutta pesta. Tutti sapevano che lei era una coga, una strega, ma quello che si domandavano e chi le avesse dato una così bella lezione. I vecchi raccontavano che “is cogas” avevano il potere o dono di trasformarsi in gatto e che con il sangue che succhiavano ai neonati, una volta tornate a casa, dopo averlo sputato nella cenere calda del camino, facessero una specie di focaccia.
Per questo motivo a San Basilio si chiama “costedda de coga”, “focaccia della strega”, una focaccina venuta male.
I bambini della scuola primaria di San Basilio