Esistono molti tipi di adolescenti: magri, grassottelli, aggressivi, piagnucoloni, belli, brufolosi, spensierati, preoccupati, seguiti da genitori apprensivi, abbandonati a se stessi…e si potrebbe andare avanti per pagine intere. Di sicuro c’è una cosa che gli adolescenti hanno in comune: l’insicurezza.
Hanno imparato da poco da dove vengono, e già gli si chiede dove vogliono andare. Uno spaesamento raro.
Per questo forse a volte ( d’accordo, spesso) fanno cose apparentemente stupide come scappare di casa, dire bugie, non studiare abbastanza o sballarsi con sostanze stupefacenti: per mettere alla prova se stessi e chi gli sta vicino, a volte, purtroppo, facendosi anche molto male.
Ebbene, i protagonisti di Via con te sono adolescenti, e sono insicuri, e fanno anche cose apparentemente stupide.
Hudson, ragazzo carino e diligente che lavora in un’officina nell’attesa di ricevere una borsa di studio per l’ università del Mississippi , ha un incontro che sconvolge i suoi piani e che gli fa balenare in testa l’idea di abbandonare tutto e seguire il suo cuore.
Poi c’è Bree, quella che più di tutti ha il contatto con la parte più aspra della vita adulta. È una vera attaccabrighe ed è continuamente in fuga da chi le vuole bene. Vive scappando in autostop dai negozi in cui rubacchia per sopravvivere.
Ma il vero sognatore è Elliot: ha una citazione di un film o di una serie televisiva per ogni occasione, e pensa, nonostante la realtà narri tutt’altra storia, che anche la sua vicenda avrà un lieto fine.
Sonia è forse la più matura, non per meriti suoi, ma per le difficoltà che la vita le ha messo davanti, portandole via l’amore per una fatalità.
E infine c’è lei: Leila, le cui doti di ironia e intelligenza non bastano a nascondere una certa sofferenza fin a quel momento soppressa e non elaborata. Ella è anche l’unico punto in comune fra gli altri personaggi, il filo conduttore della narrazione e delle relazioni, ed è un qualcosa di diverso per ogni personaggio. Un’amica, una consigliera, una sorella, una causa di problemi, un amore, una scossa che risveglia. Viaggia in direzione Alaska con la sua macchina completamente rossa ( “perché le cose quando si fanno, si fanno con convinzione”)per andare a vedere l’aurora boreale.
Come non trovare una somiglianza con l’autore? Anche Adi Alsaid infatti, nato e cresciuto a Città del Messico, e frequentata l’Università del Nevada, a Las Vegas, scappa in macchina sulla costa della California per inseguire il suo sogno di diventare scrittore. Forse anche lui un po’ adolescente lo è, a partire dagli scambi di battute da film che a volte fa dire ai suoi personaggi, ma forse sta proprio qui il suo punto di forza.
Via con te ( edito da Rizzoli nel febbraio 2015 con la traduzione di Giulia Bertoldo e venduto al prezzo di 16,00 euro) è un libro che affronta gli spettri dell’adolescenza ( e non solo) in modo straordinario, dandogli la giusta importanza e senza appesantirli, perché pesanti come dei macigni lo sono già di loro; a partire dalla morte di persone care, alla sfiducia in se stessi, all’egoismo dato dall’istinto di sopravvivenza, alla sfortuna. Il tutto è però narrato con una leggerezza e una speranza che è propria della fanciullezza, e che, naturalmente è portata a trovare il lieto fine.
È un libro luminoso e imperdibile, consigliabile ad ogni adolescente, specie se in difficoltà, e ad ogni adulto che voglia rivivere quell’età della vita in cui si potrebbe avere in mano il mondo, ma quasi sempre non si ha il coraggio di raccoglierlo da terra.
Via con te è un libro per i sognatori con i piedi per terra, o meglio, sulla strada.