In queste settimane sto scrivendo un romanzo che racconta una storia vera accaduta ad Auschwitz, il celebre campo di concentramento nazista. Sembra a molti che su quella terribile esperienza si sia raccontato tutto. A qualcuno sembra che si sia raccontato troppo. Ci penso, a queste obiezioni, mentre racconto una storia che ha molti punti di originalità: una storia che spiazza anche me, mentre la racconto.
Leonardo da Vinci diceva che l'arte è uno straordinario strumento di conoscenza. E' una posizione sorprendente: in genere ripetiamo che l'artista si esprime, o comunque esprime qualcosa, con al sua arte. Invece Leonardo diceva che, per esempio, disegnando o dipingendo, lui cercava e scopriva qualcosa dell'uomo, o della natura, o di Dio. Così io scopro qualcosa di Auschwitz, scrivendo su Auschwitz. E scopro che ha ragione Leonardo, quel genio. Se non provi a raccontarlo, non hai davvero provato a capirlo.
Vale per ciascuno di noi: finché non ti racconti, non sai tutto quel che c'è da sapere neppure di te stesso. Ed è provando a raccontare gli altri, invece che giudicarli in fretta, che tenti sul serio di conoscerli, di capirli. Con qualche inevitabile sorpresa.
Come al solito, son cose che i bambini sanno benissimo. Mia figlia, sempre lei, dieci anni. Racconta volentieri di sé. Meglio starla sempre attentamente ad ascoltare.