I versi inediti che vi proponiamo hanno la particolarità di affrontare, più o meno velatamente, il mondo dell’infanzia: siamo infatti convintissimi che lo sguardo del Poeta sia lo sguardo del bambino…
Mi chiedevo
Mi chiedevo – e il maggio
dell’aria scoloriva
dei rami gli intrecci
– se eri arrivato, se avevi fermato
il tuo passo e potevo
ora vederti.
Discesa sul selciato
i piedi bianchi – impolverati, davano
segni inutili del mio cammino.
Odoravo di campagna, di erba
selvatica (bambina lo ero stata
in mezzo alla verdura) e poi sopra
la luna bianca, finissima unghia
di luce nella luce.
Quando sento fuggire la lucertola
col guizzo che scompiglia i cespugli.
E so che è l’ora di tornare a casa.