Mauro Scarpa, illustrazioni di Alberto Giammaruco, O Tumasi ce o saracìniko – Tommaso e l’anguria, Kurumuny
Qualche tempo fa vi abbiamo portato con noi nella Grecìa salentina, un territorio che comprende nove comuni della provincia di Lecce, un’isola ellenofona nel cuore del Salento dove si parla il griko, un dialetto neo-greco. La volontà di preservare questa ricchezza linguistica, destinata altrimenti a perdersi, si tramuta in iniziative sul territorio destinate soprattutto alle nuove generazioni, quelle che – rispetto ai loro nonni e bisnonni – non sentono più parlare il griko tra le mura di casa o nelle strade dei loro paesi.
Dopo aver conosciuto le parole legate ai colori con O Ijo ce o gaddho. Il sole e il gallo, un nuovo volume, sempre edito da Kurumuny, attraverso una storia semplice, divertente e immediata, esplora le parole legate ai cinque sensi.
O Tumasi ce o saracìniko – Tommaso e l’anguria nasce all’interno del progetto “Griki Parlanti. Azione di valorizzazione e salvaguardia della lingua grika”, promossa dal periodico di informazione locale “Corte Grande” con il sostegno della Regione Puglia.
Un bue curioso (e goloso)
Protagonista della storia è Tommaso, un bue molto goloso. Vi è mai capitato di finire a inizio giornata tutti i biscotti e di avere ancora tanta fame? Tommaso ne ha mangiato un’intera scatola ma ha bisogno di divorare qualcos’altro. Per fortuna può andare in campagna dal cugino che ha sempre il frigo pieno. Con gli occhi chiusi, il bue sente dapprima un profumo dolcissimo… aprendo gli occhi si ritrova in un campo di angurie. La prima cosa che lo colpisce sono i colori, ma la scoperta di questo frutto sconosciuto gli richiederà tutti i sensi, mentre il contadino – forse preoccupato dalla sua stazza? – lo lascia abbuffarsi. Ma per quanto tempo? Che effetto farà l’abbuffata di angurie sul bue golosone?
Chi scrive, chi illustra e chi traduce?
Le dodici tavole che compongono la storia del bue Tommaso sono illustrate da Alberto Giammaruco (sua anche la grafica del libro). Rosso e giallo sono i colori predominanti delle tavole, caldi e (complice l’anguria) estivi, mettono in risalto la figura imponente del bue col suo manto grigio e il suo muso dalle espressioni buffe.
La storia è opera di Mauro Scarpa (di lui, oltre che per O Ijo ce o gaddho. Il sole e il gallo, vi abbiamo parlato riguardo Perché mio nonno ha i capelli bianchi). Il testo invita i bambini alla scoperta del mondo intorno a loro, una scoperta all’insegna della curiosità e del sorriso, capace di utilizzare tutti i sensi a nostra disposizione.
Mauro Scarpa ha scritto il testo in italiano, ma l’albo è bilingue e la traduzione in griko è a cura di Salvatore Tommasi. Il testo in griko è presente in ogni pagina, sotto al testo in italiano, ma è anche trascritto nella sua interezza a fine volume. In questo caso, accanto al griko è riportata una versione del testo in italiano più vicina al testo griko per facilitare il riconoscimento delle singole parole. A fine volume un breve glossario mette in evidenza le parole chiave del testo, tutte legate ai sensi.
Il libro ha una forte valenza territoriale ma parla anche ai bambini al di fuori del Salento e sicuramente l’accoppiata Scarpa-Giammaruco ha ancora altre storie in griko in serbo per noi.