Nella pellicola d'animazione Toy Story, tra i giocattoli della cameretta di Andy (il bambino protagonista) si muove con fare circospetto un omino impudicamente ignudo, con grandi occhi rotondi ed una capigliatura da far invidia a Marge Simpsons. E’ un troll, uno di quei grinzosi pupazzetti, generalmente in vinile, che hanno spopolato, soprattutto in America, ad intervalli regolari, dagli anni ’60 agli anni ’90. Una moda che avuto modo di approdare anche qui da noi.
Il mio ricordo diretto dei famosissimi troll è da rintracciare nella prima metà degli anni ’90, quando questi buffi tizi si trovavano (tra le altre cose) all’interno delle confezioni di patatine, destinati ad essere impalati sulla cima delle nostre matite.
Il mio unico troll non ebbe vita facile, però… La prima cosa che feci una volta arrivato a casa, dopo avergli adeguatamente aggiustato il taglio (esageratamente vistoso, eddai…) con una bella sforbiciata, fu gettarlo in un angolo, condannandolo così a languire in solitudine fino a sparire, non si sa quando non si sa come, nel nulla.
Sul versante bambine, invece, se mal non ricordo, questi piccoli sgorbietti andavano forte, appesi alle cartelle o custoditi negli astucci. Una piccola moda durata qualche tempo, prima di sparire con la stessa rapidità con la quale si era imposta.
Ispirati ai troll della mitologia nordica, figli dell'inventiva del danese Thomas Dam, nati come sculture di legno e poi approdati in differenti forme e materiale, questi famosi giocattoli erano piccoli omini caratterizzati da sgargianti capigliature colorate e da espressioni facciali tanto furbe quanto brutte… Gli slogan pubblicitari insistevano peraltro proprio su quest’ultimo aspetto, sottolineando come avrebbero portato fortuna a chiunque li avesse comunque trovati simpatici e carini nonostante non fossero dei marcantoni.
Durante i loro periodi di celebrità, i troll hanno letteralmente invaso i negozi di giocattoli, gadget e cartolerie d’oltreoceano, diventando vero e proprio fenomeno di costume, per poi sbarcare in terra italica già durante gli anni '60.
Dai pupazzetti standard ai portachiavi; e poi ciondoli, oggettistica varia, cartoleria sino ad arrivare alle bambole per bambine ed alle action figures per bambini. Ne esistevano d’ogni dimensione, colore, qualità e valore; varietà che ha consentito loro di sopravvivere nel tempo per imporsi quale oggetto da collezione.
Del mio piccolo ed unico troll, come già detto, ho perso ormai ogni traccia, ma son certo che, qualora vi decideste a rovistare in vecchi scatoloni e cassetti, qualche troll sbucherebbe subito fuori.