Titolo: Svegliami quando tutto sarà finito
Autore: Robyn Schneider
Editore: Fabbri
Uscita: 8 ottobre 2015
Genere: Young Adult
Trama: Latham House è uno strano posto per incontrarsi. Un tempo era un collegio tra i boschi, ma oggi è tutta un’altra cosa. Dove una volta si raccoglievano studenti da ogni angolo degli Stati Uniti, ora vivono sotto stretto controllo medico oltre un centinaio di giovani affetti da una forma particolarmente grave di tubercolosi. Qui, lontani dal resto del mondo, i ragazzi trascorrono i giorni in perenne attesa, nella speranza di guarire e tornare dalle loro famiglie, dai loro amici, alle loro vite. È una specie di vacanza forzata, ma Lane, il nuovo arrivato, proprio non vuole saperne: ha dei progetti per il futuro e la malattia è solo un ostacolo tra lui e lo studio. Ma quando si accorge che il suo fisico non gli permette di restare la notte piegato sui libri, capisce che ci sono cose più importanti. In mensa ha notato un eccentrico gruppo di amici: Marina, una nerd con il pallino del teatro; Charlie, uno scherzoso cantautore in erba; Nick, una miniera di battute taglienti; e infine Sadie, un’aspirante fotografa con la quale condivide un vecchio, imbarazzante ricordo. Lane vuole essere uno di loro. E, soprattutto, vuole ricucire il rapporto con Sadie, incrinatosi un’estate di qualche anno prima. Entrato nel gruppo, Lane scopre una nuova vita, impara a infrangere le regole, a disobbedire in nome dell’amicizia. E insieme a Sadie ci racconta la loro storia, quella di un ragazzo e di una ragazza che giorno dopo giorno si avvicinano, si scoprono e imparano ad amarsi nonostante la malattia…
Recensione: “Un libro che conquisterà i fan di Colpa delle stelle” si legge sulla quarta di copertina e in effetti non posso che consigliare questo romanzo a chi ha letto e apprezzato il bestseller di John Green. Anche qui c’è una coppia di ragazzi, Lane e Sadie, alle prese con la malattia, un mostro contro cui entrambi devono convivere e combattere ma che, in questo caso, finisce per unirli, per regalare loro la possibilità di cambiare, di evolvere e trovare un barlume di felicità in un mondo diventato troppo difficile per due adolescenti.
La cosa che mi ha colpito di più di questa storia è la delicatezza e l’ironia con la quale l’autrice affronta il delicatissimo tema della malattia (in questo caso parliamo di una forma di tubercolosi incurabile e resistente ai farmaci). Le citazioni tratte da Harry Potter non si contano: in effetti Latham House, il collegio-casa di cura dove i ragazzi si trovano, sembra una specie di Hogwarts senza magia, dove ragazzi accomunati dalla stessa caratteristica (sono malati, contagiosi e al resto del mondo fanno paura) devono vedersela non soltanto con lo spettro inquietante della morte, ma con le piccole grandi conquiste dell’adolescenza. Lane, Sadie e i loro amici sono adolescenti al 100%, come tali commettono errori, sono paranoici, hanno voglia di sperimentare, vogliono costruire il loro futuro, rompere le regole, innamorarsi. La malattia, insomma, c’è sempre, esiste, ma l’autrice non la fa mai diventare davvero protagonista, i veri protagonisti restano loro, Lane e Sadie e tutti i ragazzi che devono affrontare prove più grandi di loro.
La storia è raccontata in un punto di vista alternato: la parola passa da Lane, appena arrivato alla Latham, che ancora non riesce ad accettare la sua malattia, a Sadie, che invece si trova nella scuola da diversi mesi. Quest’incontro cambierà radicalmente le cose: Lane imparerà a non programmare ogni singolo istante della sua vita, perché la vita che pianifichi, come recita il claim del romanzo, non è quella che ti capita.
Ci sono moltissimi spunti di riflessione in questo romanzo: primo fra tutti, “la paura del futuro” tipica di ogni adolescente ma in questo caso ancora più profonda, e poi la “paura del diverso” che i ragazzi della Latham, costretti a vivere isolati dal resto del mondo, subiscono ogni giorno. E poi c’è l’amore, che riesce sempre a salvare tutti, in un modo o nell’altro.
Non è una lettura semplice e personalmente non ho apprezzato l’inanellarsi troppo repentino di eventi drammatici nel finale (un po’ scontato a mio parere) ma è sicuramente un bel libro, un libro che parla di amore, speranza, paura, amicizia, un libro scritto con delicatezza per animi delicati.