Dacché la scuola è finita ed è tempo di vacanze, perché non parlare di viaggi? Reali o fantastici poco importa, l’importante è che siano indimenticabili. E i viaggi di Giovannino Perdigiorno, famoso monello viaggiatore e grande avventuriero, lo sono.
Narrati dal grande Gianni Rodari sotto forma di travolgenti filastrocche, I Viaggi sono stati pubblicati la prima volta da Einaudi nel 1973, nella speciale collana “Tantibambini”, diretta da Bruno Munari e ideata, scriveva il designer milanese, con l’intento di accogliere “fiabe e storie semplici, senza fate e senza streghe, senza castelli lussuosissimi e principi bellissimi, senza maghi misteriosi, per una nuova generazione di individui senza inibizioni, senza sottomissioni, liberi e coscienti delle loro forze”.
E in effetti, I Viaggi di Giovannino Perdigiorno, illustrati tra gli altri da Altan e da Valeria Petrone, sono un omaggio all'allegria, alla libertà e alla curiosità, un talismano contro la paura di incappare in qualche errore: d’altra parte, dice Rodari, “il mondo sarebbe bellissimo se ci fossero solo i bambini a sbagliare”.
Certo Giovannino è un tipo un po’ distratto… ha perso il tram di mezzogiorno e la chiave del cancello, e naturalmente l'ombrello, ma a chi non è successo? E poi, con l’estate che avanza, capita a tutti di perdere l’appetito e di non aver voglia di alzare un dito! Tuttavia, nelle sue esplorazioni spettacolari, il piccoletto è instancabile…
Da esperto giramondo qual è, viaggia su numerosi mezzi di locomozione, dall'elicottero all'astronave, dal carrozzone al cavallo a dondolo. Le sue prime avventure le leggiamo nelle "Favole al telefono" e nel “libro degli errori” ma è nel libro dei Viaggi che i mondi meravigliosi traboccano: Giovannino scopre il paese degli uomini di zucchero, personcine estremamente dolci ma senza sale in zucca, il pianeta di cioccolato, dove perfino i banchi della scuola sono cioccolatosi, il paese degli uomini di sapone, sempre lindi e profumati, e quello degli uomini di ghiaccio, che vivono al fresco in frigoriferi ma non hanno il cuore. Insoddisfatto di quel che trova e imperterrito nel suo peregrinare, il nostro viaggiatore capita nel paese degli uomini di gomma, piuttosto salterellini e agili, per poi sbarcare sul pianeta nuvoloso, davvero troppo grigio. Dopo una breve sosta sul pianeta malinconico, che è pieno di pessimisti, visita il pianeta fanciullo, dove di diventare grandi non ne vogliono proprio sapere, e quello degli “uomini più”, ognuno dei quali "è campione del mondo in qualche specialità".
Il viaggio sta per concludersi, non prima però di aver attraversato il paese degli uomini di carta, quello degli uomini di tabacco, decisamente troppo fumoso, il paese senza sonno, dove i letti non esistono, il paese degli uomini a vento e lo strano paese del “ni”, i cui abitanti non dicevano mai chiaramente né di sì né di no. Finalmente Giovannino giunge nel paese senza errore: là ogni cosa è perfetta ma è sogno o realtà?
Che dire, ognuno scelga il suo pianeta preferito, io vi dedico il mio: Il Pianeta Fanciullo
Giovannino Perdigiorno
viaggiando per trastullo;
capitò con sorpresa
sul pianeta fanciullo.
Ma chiamarlo pianeta
è quasi un’esagerazione;
si tratta di un minimondo,
in una minicostellazione.
Tutto è mini, lassù
minimonti, mari mini…
nelle città in miniatura
ci stanno mini-cittadini…
Ma guardali un po’ meglio
e il mistero scoprirai:
sono tutti bambini
che non crescono mai.
Di diventare grandi
non ne vogliono sapere:
così sono felici,
così vogliono rimanere…
<< I grandi non hanno giocattoli
ai giardini non ci vanno,
hanno solo brutti pensieri
tutti i giorni dell’anno…
Noi stiamo bene così,
senza preoccupazioni …>>
E Giovannino disse:
<< Arrivederci, fifoni!>>