“E fece per afferrare la lucciola. Invece cascò dentro il suo lumino”.
La canicola d'agosto è alle porte e l’aria condizionata s’inceppa … meglio continuare a viaggiare alla ricerca di un po' di frescura.
Giusto qualche settimana fa Giovannino Perdigiorno ci aveva accompagnati alla scoperta di mondi incredibili abitati da creature stravaganti. La sua controparte femminile, Alice Cascherina, una monella in miniatura talmente distratta da cadere sempre e dappertutto, ci conduce invece in spazi apparentemente banali che si rivelano stupefacenti.
Avete mai provato, per esempio, a esplorare da vicino il mare d'inchiostro nero all’interno di un calamaio o gli angoli nascosti di un cassetto delle tovaglie? E a guardare la città illuminata di notte comodamente seduti dentro la lanterna verde di una lucciola? Nooo?
La prima favoletta di Alice è apparsa sul “Corriere dei Piccoli” nel 1961 per poi entrare l'anno dopo nella raccolta “Favole al telefono”. Come Giovannino, Alice è parecchio sbadata ed estremamente curiosa, pertanto tende a ficcarsi nei guai, cadendo continuamente dentro le cose. Il fatto è che la bimba è davvero minuscola! E' così leggera che s’intrufola negli oggetti più strani: finisce addirittura in una bolla di sapone, lasciandosi trasportare sopra i tetti delle case.
“Alice Cascherina faceva le bolle di sapone. A un tratto forse soffiò troppo forte, fece una bolla più grossa delle altre e ci cadde dentro con tutta la cannuccia”.
Rodari non ci informa del perché Alice sia così piccola, ma è proprio la sua mini statura che le permette di fare esplorazioni bizzarre in oggetti ordinari come una bottiglia, il rubinetto, il taschino della giacca di papà, le pagine di un libro di favole illustrato.
E' indubbiamente esplicito il legame con l’Alice più nota, quella di Lewis Carroll, che è costretta a bere una bevanda che la rende piccina per passare attraverso la porticina che la condurrà nel paese delle meraviglie. Peraltro, l'episodio di Alice Cascherina che casca in mare e finisce rinchiusa in una conchiglia è un chiaro omaggio all'Alice carroliana che, dopo essere stata gigante, cade nel mare delle sue lacrime.
Va da sé che leggere il mondo dallo strano punto di vista di Alice è un ottimo rimedio alla noia. Rodari come sempre affronta col sorriso il mondo dell'infanzia, un mondo dove l'ovvio non esiste perché lo sguardo di un bambino non può che essere eccezionale, lontano dagli schemi e dai pregiudizi, e quindi innovativo. Lo stesso scrittore, con le sue storie, ha voluto stimolare e fortificare la creatività dei bambini, ritenendola un elemento essenziale dell'educazione e della crescita:
"Creatività" è sinonimo di "pensiero divergente", cioè capace di rompere continuamente gli schemi dell'esperienza. È creativa una mente sempre al lavoro, sempre a far domande, a scoprire problemi dove gli altri trovano risposte soddisfacenti, a suo agio nelle situazioni fluide nelle quali gli altri fiutano solo pericoli, capace di giudizi autonomi e indipendenti (anche dal padre, dal professore e dalla società), che rifiuta il codificato, che rimanipola oggetti e concetti senza lasciarsi inibire dai conformismi.
E adesso, tutti in sella alle lucciole!