Questa è la storia di un bambino che si chiamava Cola, abbreviazione di Nicola in dialetto siciliano, ed è la storia che più spesso racconto a mio figlio all’ora della nanna.
L’ho scelta perché è una storia ambientata in Sicilia, la mia isola, e perché sono particolarmente affezionata a questo nome che è quello di mio marito e in fondo anche del nostro bimbo che, in preda ad un attacco irrefrenabile di fantasia, abbiamo chiamato Nicolò. Quella di ColaPesce è una leggenda molto antica di cui esistono diverse versioni, eccovi la mia…
Cola viveva a Messina, ma dire che ci viveva non è esatto, infatti era innamorato del mare e lì, nuotando, passava tutte le sue giornate. Era amico di tutte le creature marine e non sopportava che soffrissero, tanto che liberava ogni pesce dagli ami ai quali abboccavano e dalle reti in cui finivano.
Di giorno in giorno, crescendo, diventava sempre più padrone dell’acqua, nuotando sempre più lontano e non rientrando nemmeno a casa a dormire. La sua mamma, un giorno, in preda alla disperazione, lo maledisse e gli augurò di diventare un pesce.
Così avvenne. Da quel giorno Cola visse solo nel mare diventando, per questo, famoso in tutta l’isola e non solo, tanto che la sua storia giunse fino all’orecchio del Re Ferdinando II. Questo, incuriosito, volle conoscere Cola e quando l’ebbe trovato decise di metterlo alla prova gettando in mare una coppa d’oro e chiedendo a Cola di recuperarla. Per Cola fu un gioco da ragazzi, recuperò la coppa senza alcuna difficoltà.
Il Re, però, non era soddisfatto, così presa una barca si fece portare al largo, dove il mare era più profondo, e vi gettò la sua corona. Cola impiegò qualche ora prima di riemergere con la corona e raccontò al Re che in fondo al mare aveva visto le tre colonne che reggevano la Sicilia, due erano in buone condizioni mentre la terza era quasi del tutto spezzata. Il Re non gli credette e gettò in acqua il suo anello per vedere cosa Cola avrebbe raccontato una volta recuperato anche questo.
Aspettò un giorno intero ma del ragazzo non vi era alcuna traccia; Cola non riemerse mai più. Fu così che il Re capì che Cola era rimasto lì sotto a reggere la Sicilia al posto di quella colonna ormai rotta.
… Ed è così che io m’immagino sempre il nostro Cola, laggiù in fondo al mare a pensare che di sicuro nessun altro dopo di lui ha amato così tanto la sua terra, pur non volendoci mai metter piede.