Anna Vivarelli, illustrazioni di Andrea Rivola, Storie per gioco, Parapiglia
La noia, quando arriva, è terribile. Oscar Wilde la definisce “un peccato imperdonabile”; Dostoevskij afferma di voler evitare l’inerzia costruendo avventure e vite fittizie in un mondo qualunque; Leopardi sostiene che il potere dell’immaginazione e del sogno sia la cura a quella che per lui è “la più sterile delle passioni umane”.
A volte il mondo dei bambini appare lontano anni luce da quello degli adulti. Tuttavia quando si parla di “noia” (e derivati) questa distanza si accorcia poiché l’immaginazione e i sogni si scatenano nella mente degli uni come in quella degli altri. E dai sogni al divertimento è veramente un attimo!
Storie per gioco, di Anna Vivarelli e Andrea Rivola, una delle ultime pubblicazioni pescate nel calderone di Parapiglia, è una raccolta di storie e giochi che nascono proprio dall’immaginazione di bambini e adulti tremendamente annoiati.
Le storie e i giochi
Il gioco dell’oca, i quattro cantoni, la girandola, le costruzioni non sono semplici giochi e passatempi. In Storie per gioco, essi diventano i titoli di altrettante fiabe che raccontano l’origine dei giochi più famosi della storia, coinvolgendo personaggi e vicende fantastiche: un’oca paziente, un papà senza lavoro e annoiato, un bambino ammalato, una bisnonna bislacca…
Dietro ogni gioco si nasconde una storia che spiega come dalla noia siano nate, a volte, le idee più geniali e divertenti. E il fatto che notizie di questi giochi siano giunte fino a noi è sicuramente la garanzia del loro successo nel tempo, grazie a generazioni di bambini e adulti che hanno saputo conservarli con cura.
Lo stile dell’autrice e quello dell’illustratore, non a caso, richiamano un tempo che agli occhi e alle orecchie dei nativi digitali apparirà lontano, addirittura sconosciuto. Ma parole e illustrazioni hanno il potere magico di riportare quei giochi nel presente, almeno in parte. Sta a noi fermarci per un attimo a raccontarli, riascoltarli e provare a giocarci ancora, mostrando ai più piccoli come si fa.
E mentre questi impareranno a costruire un aquilone o a gestire il groviglio complicatissimo di bastoncini dello shangai si faranno strada alcuni dei più preziosi insegnamenti che si possano dispensare ai più giovani: l’importanza dell’attesa e della pazienza, il valore dell’affetto verso i propri genitori, la gioia della condivisione, la forza che scaturisce dalla scoperta della fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
Si tratta dunque di un libriccino (lungo come il collo della nostra oca paziente) per i più piccoli affinché scoprano il piacere e il valore dei giochi di un tempo. Infine si tratta di un libro per gli adulti che vogliono ricordare per tramandare.
La struttura
In fondo al volume, l’autrice propone due percorsi di lettura: il primo prevede che sia il libro, pagina dopo pagina, a guidare il lettore; il secondo suggerisce una lettura per temi, un gioco con le storie.
Infine, “per giocare e basta”, è sufficiente seguire le indicazioni e prepararsi così al gioco più bello di tutti, pronto per essere attraversato in lungo e in largo, a suon di dadi, pedine e… storie!