Il signor Tigre si scatena, Peter Brown, Il Castoro
Una città moderna, le cui case tutte uguali ospitano animali impettiti e benvestiti, ci accoglie non appena iniziamo a sfogliare Il signor Tigre si scatena, primo albo illustrato di Peter Brown ad approdare in Italia grazie a Editrice Il Castoro.
In città la vita procede tranquilla e monotona, fra visite formali, tè delle cinque e scambi di convenevoli. Tutti camminano per strada con lo stesso portamento elegante e la stessa espressione di distinta sicurezza. Tutti, ma non il signor Tigre. Unica macchia di colore in città, il protagonista guarda in faccia il lettore con un’espressione fra il corrucciato e il minaccioso che non lascia dubbi: il signor Tigre è stufo.
In un susseguirsi di pagine in cui la disposizione di testo e immagine varia in modo originale e ben riuscito (meravigliose le tavole in cui il testo è “appoggiato” sul cilindro del protagonista, che sembra man mano scivolare verso il basso), assistiamo alla progressiva liberazione dell’animale selvatico che vive nel signor Tigre. Non contento di aver abbandonato la postura eretta e i vestiti, né di essersi arrampicato ovunque emettendo potenti ruggiti, il felino dà ascolto all’esclamazione indignata di un concittadino e va fino in fondo, lasciando la città per correre a scatenarsi nella selva.
Impossibile a questo punto non ricordare il re indiscusso delle creature selvagge, il Max di Maurice Sendak, che in Nel paese dei mostri selvaggi indossa un costume da lupo (mentre al signor Tigre basta togliere il “costume” da umano) per combinare tutto quello che gli passa per la testa. Ritrovatosi in una foresta, il ragazzo potrà finalmente sfogare la propria selvatichezza. Proprio come Max, dopo aver assecondato i propri istinti selvaggi e animaleschi anche il nostro protagonista sente la nostalgia di quello che ha lasciato: indossati di nuovo degli abiti, stavolta molto più allegri e “vacanzieri”, il signor Tigre fa ritorno in città, dove trova ad aspettarlo una situazione tutta nuova.
Occhio all’illustrazione
Al di là di un tema che, sebbene non inedito, risulta sempre attuale ed è ben sviluppato dall’autore (unica pecca, a mio avviso, la scelta di un finale un po’ troppo didascalico), il punto di forza di quest’albo è certamente l’illustrazione. Originali, vivaci, geometriche ma al tempo stesso ricche, le tavole di Brown non si limitano a una semplice rappresentazione visiva del testo ma instaurano un vero e proprio dialogo con esso, arricchendolo di sorprese e dettagli che forniscono interessanti spunti di riflessione.
Un esempio su tutti: nella parte che precede la “liberazione” mentre tutti viaggiano di profilo e con gli occhi chiusi, gli occhi del signor Tigre sono aperti. Oltre ai suoi lo sono soltanto quelli dei piccioni (che non indossano vestiti e quindi probabilmente non fanno parte della società) e soprattutto quelli dei cuccioli che giocano. Peter Brown sembra voler così sottolineare l’esistenza di un legame fra il mondo naturale, selvaggio, istintivo e il mondo bambino, il cui modo di guardare esterno e “diverso” permette di scorgere limiti e costrizioni della società adulta.
Occhi aperti sul mondo, quindi, ci ricordano i bambini… insieme al loro amico, il signor Tigre.