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Roald Dahl: da Libro, a Film a Spettacolo Teatrale

Essere diventati grandi con Roald Dahl è una vera fortuna!
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L’ho già detto che nonostante non avessi potuto leggere libri adatti alla mia età, da piccola sono comunque stata una bambina fortunata.

Soprattutto perché ho avuto un’insegnante eccezionale che mi ha fatto conoscere tanto sulla vita e su di me.
La Maestra Rita è una di quelle donne che ti fanno dire: «da grande voglio essere come lei!», e non solo per aver svolto –e nonostante la pensione continuare a svolgere– il suo ruolo nel migliore dei mod,i e cioè come tutti gli insegnanti dovrebbero; ma perché è una persona così piena di passione e di idee da avere il potere di trascinarti prepotentemente nelle cose che fa.
Lei è un po’ il mio modello e la mia ispirazione, e nonostante tutti gli anni passati tra le scuole elementari e la mia attuale (e ormai veneranda) età, ci teniamo ancora in contatto. E a volte continuiamo a lavorare insieme.
La Maestra Rita ha avuto anche il merito e, oserei dire, la colpa, di avermi fatto scoprire la passione per il teatro.
Tutti gli anni proponeva un tema, in modo che noi stessi potessimo pensare e scrivere la sceneggiatura per creare il nostro spettacolo da presentare come saggio di fine anno ai genitori, e dimostrare loro qual era stato il lavoro svolto durante il periodo scolastico.
Questo ci aiutava a sviluppare la creatività e a focalizzare le idee verso un punto preciso, e ci dava la possibilità di conoscerci meglio, di essere coesi come gruppo e di affrontare con maggiore leggerezza i giorni di scuola che, senza il gioco, possono essere molto difficili per un bambino.
Quell’anno, non ricordo se in terza o in quarta elementare, decidemmo che il tema da affrontare sarebbe stato “i mostri”, così cominciammo a parlare di tutto quello che ci spaventava.
Sorprendentemente, tra le paure più comuni come i fantasmi, i vampiri e altre cose assurde, si inserirono anche temi che sarebbe stato strano sentire uscire dalla testa di bambini.
Alcuni di noi dissero che l’inquinamento faceva paura, come anche le persone cattive, che i grandi sapevano essere terrorizzanti e che gli incubi erano piuttosto spaventosi.
Conoscendo il suo lavoro, la Maestra seppe bene cosa fare, e le venne in mente di farci leggere un libro di Roald Dahl: il GGG.
Il GGG è acronimo di Grande Gigante Gentile e parla della storia della piccola orfanella Sofia, e del GGG, il gigante vegetariano che regala i sogni ai bambini, per salvarli dagli incubi.
Tutti sanno che i giganti mangiano i bambini, ma questa volta avevamo a che fare con un gigante diverso: era vegetariano, e aveva scelto la piccola Sofia per aiutarlo nella missione di catturare i suoi simili cattivi, e salvare il mondo dalla loro minaccia.
Molte furono le storie a cui riuscimmo a dare vita nell’interpretare le nostre ansie e, nello stesso tempo, esorcizzarle, ma quella del GGG la ricordo davvero bene.
Sofia era una mia compagna che indossava una camicia da notte e stringeva un orsetto, il GGG era un altro mio compagno che aveva addosso un mantello nero e vestiti lisi e strappati.
Non dimenticherò mai come, sul palcoscenico, loro due si scambiavano battute sui sogni, sul piano da organizzare per scacciare i giganti dal mondo e sul perché un gigante dovesse essere vegetariano.
E non dimenticherò mai come riuscimmo a mettere insieme le parole per renderle ideali ad essere interpretate sulla scena. E come tutto sembrava così incredibilmente reale.
A dire la verità non fu così difficile, il teatro è fare “come se” tutto quello di cui si sta parlando sia vero, quindi è importantissimo caratterizzare i personaggi e, se questo riesce bene, la scenografia può avere anche un compito secondario: bastano pochi oggetti di scena che diano l’idea della situazione, il resto lo fanno gli attori.
E non ci crederete mai, ma pur essendo molto piccoli, eravamo davvero bravi.
Per questo non mi sorprende quando vedo ancora dei fantastici settenni spopolare con le loro interpretazioni agli spettacoli di fine anno.
I bambini sanno arrivare ovunque con la fantasia, ma sanno anche portarti con loro.
Ed è questo ciò che la Maestra Rita ci permise di fare. Complice anche il fatto che Roald Dahl si presti molto all’intento.
Fu un successo e fu davvero interessante scoprire che con facilità un libro poteva vivere proprio grazie a te, il bambino che lo stava leggendo.
Certo, questo non è possibile proprio con tutti i libri, ma Dahl ha il pregio di facilitare moltissimo la trasposizione del suo raccontare.
Sono molti i film tratti dai suoi libri e molte delle cose scritte da lui, sembrano delle vere e proprie sceneggiature.
Far rivivere i personaggi Dahliani sulla scena è il modo giusto per ricordare la vita di un grande uomo che tanto ha fatto per i bambini, ma che è un valido aiuto anche per i grandi.
E dunque: Happy Roald Dahl Day a tutti voi!

 

 

 

 

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