Il vento è un grande, meraviglioso personaggio.
Dal mito eredita la sua natura pericolosa e instabile: Zeus consegna a Eolo la custodia dei venti e il dio decide di tenerli segregati in una grotta perché non se ne vadano in giro a fare danni, e anche nella fiaba troviamo una madre dei venti, quella de Il Paradiso Terrestre di Andersen, la quale è molto dura e severa con i suoi figli, ed è pronta a chiuderli in quattro sacchi appesi alla parete se scopre che quelli han fatto troppi disastri in giro, durante i loro viaggi.
È un vento degno di questa tradizione, quello che passa attraverso il leporello della Fiorina Edizioni, La regola del vento di Daniela Tordi e magari potrebbe essere l’antico signore del Bosco Vecchio di Buzzati, quel vento Matteo bello e terribile che sapeva pure suonare e cantare.
Viva il leporello
Devo ammetterlo. Ho un debole per il leporello. È un formato semplice, pratico anche quando lo si voglia proporre ai bambini, un formato che tiene uniti in sé due ritmi, quello della doppia pagina del libro rilegato e quello della pagina singola che si ripete ad infinitum, simile all’apertura di un papiro, scompaginandosi verso un ritmo libero di lettura.
E questo leporello in particolare è capace di tenere occupate le mani in una sorta di gioco di prestigio, srotolandosi pagina dopo pagina come accogliendo e rinnovando nell’esperienza del leggere il passaggio del vento, un vento bello, terribile, dispettoso, pieno di energia e di profumi, un vento folle che però ha una sua regola – ed è talmente bella La regola del vento che invita a progettare un’avventura altrettanto avventurosa, per le mani e gli occhi, sul retro delle pagine, per come corrono, per come si aprono ad accogliere le magie dell’aria.
Diario della regola del vento
Primi tre giorni di vento.
Tesori che si alzano nel cielo come i soffioni, qualche foglia, i bioccoli e i rametti dei nidi caduti.
Quarto giorno di vento.
Il vento soffia forte, spazza l’acqua delle pozzanghere, alza in aria gli spruzzi delle fontane.
Quinto e sesto giorno di vento.
Strappa i cappelli e le sciarpe, fa volar via i panni del bucato stesi al sole.
Settimo giorno di vento.
Lo si guarda con ammirazione da dietro i vetri dalla finestra.
Ottavo e nono giorno di vento
Giocare col vento, parlare col vento, accorgersi di essere felici.
Nel vento.