Daniela Palumbo, Noi, ragazze senza paura, Piemme (Il Battello a Vapore)
Una delle prime cose che ho apprezzato di Noi, ragazze senza paura sono le parole dell’introduzione dell’autrice, Daniela Palumbo.
È importante, infatti, ribadire che se un libro parla di donne/ragazze (addirittura nel titolo!) questo non vuol dire che il libro si rivolga solo a lettrici.
La letteratura narra il mondo. Degli esseri umani, donne e uomini, persone.
Perché allora scrivere un libro che potrebbe sembrare indirizzato a un pubblico limitato?
Anche a questa domanda la necessaria premessa dell’autrice sa dare una risposta
Però è vero che le donne, rispetto agli uomini, hanno abitato una casa differente dentro la Storia.
Nel nostro Paese c’era un tempo in cui le donne erano persone con meno diritti. Non avevano diritto di voto. Non avevano diritto a vedersi riconosciuta giustizia se venivano violentate. Non avevano, di fatto, diritto di studio. Non avevano diritto di scegliere un futuro per i propri figli. Non avevano diritto di esprimersi sulla loro vita. Non potevano scegliere.
Tempi antichi? Per niente!
Basti pensare che il diritto di voto alle donne risale solo a settant’anni fa (1946) e la legge che riconosce lo stupro come reato contro la persona e non contro la morale pubblica è solo del 1996.
Non dimentichiamo che ci sono poi Paesi nel mondo in cui le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini… e anche quando i diritti dal punto di vista giuridico sono gli stessi, c’è un’effettiva parità? La cronaca e la quotidianità ci dimostrano che il lavoro da fare è ancora tanto.
Storie di donne, storie per tutti
Le storie raccontate da Daniela Palumbo sono storie di donne coraggiose, intelligenti, forti, ma non parliamo qui di super poteri. Il loro potere è stato (ed è) tutto nelle scelte di vita, a cui a volte ci si trova costretti, nel coraggio delle proprie azioni e anche di alcuni grandi “no”. Questo, poi, non vuol dire che non ci siano stati anche, in loro, la paura, così come il dolore o il sacrificio.
Le vite che l’autrice ha deciso di raccontare sono diverse tra di loro, tutte legate a una storia a noi vicina, in un arco temporale che va dall’inizio del XX secolo al presente: Margherita Hack, Denise Garofalo, Franca Rame, Franca Viola, le maestre marchigiane, Ilaria Alpi, Alda Merini e Teresa Mattei.
Ogni vita, introdotta da un ritratto di Francesca Protopapa, è sviluppata in un breve racconto e, alla fine di questo, segue un breve profilo biografico più informativo.
Io personalmente non conoscevo – ed è stata una bella scoperta – la storia delle maestre marchigiane che chiesero di essere iscritte nei registri elettorali del proprio comune: siamo nel 1906, il loro fu un gesto rivoluzionario, ispirato a un celebre articolo di Maria Montessori.
Molti giovani lettori, probabilmente, vi troveranno più di un profilo sconosciuto e questo rende ancora più prezioso il volume, edito all’interno di Vortici, la collana del Battello a Vapore dedicata ai lettori tra gli 11 e i 14 anni.
La nostra memoria
Si tratta, infatti, come sottolinea l’autrice, di storie dentro la nostra storia, la storia dell’Italia, oltre che la storia degli esseri umani. Per questo motivo la narrazione di queste vite si inserisce all’interno della memoria di un popolo, andando ben oltre questioni di genere.
Si tratta, alla fine dei conti, di storie di libertà.
Perché futuro e speranza ci sono anche per me.
Ci sono per chiunque abbia il coraggio di diventare libero.