Vi poniamo una domanda: qual è il primo libro che abbiate mai letto? E quanti anni avevate?
Se rispondete che il primo approccio con la lettura lo avete avuto in età scolare, tra i banchi delle elementari, sappiate che vi sbagliate di grosso; noi tutti, infatti, eravamo lettori da ben prima di cominciare a leggere. Solo che non ce ne rendevamo conto!
Su questo argomento, e cioè sulle letture dedicate ai più piccoli (0-5 anni) era incentrato l'incontro di Piemme al quale abbiamo presenziato alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna; svoltosi il 27 marzo durante una bella mattinata di sole, l'incontro aveva un titolo bellissimo che già prometteva molto bene: Piccoli grandi storie che aiutano a crescere.
A raccontarci del primo, primissimo approccio dei bimbi verso la lettura erano in tanti, tutti con competenze ed esperienze diverse: da Giovanni Peresson, responsabile ufficio studi Aie, a Domitilla Ferrari, mamma blogger, passando per Nicoletta Bacco e Anna Maria Davoli, rispettivamente referente regionale e pediatra referente regionale Nati per leggere Emilia Romagna. Infine, una fantastica penna del mondo Piemme: Emanuela Nava, accompagnata dalla bravissima illustratrice Desideria Guicciardini.
La prima cosa che abbiamo capito è quanto leggano, per l'appunto, coloro che ancora non sanno farlo. Già sapevamo di come bambini e ragazzi leggessero più degli adulti; ma vi sareste immaginati che i bimbi molto piccoli (2-5 anni) avessero, col libro, un rapporto maggiore rispetto a quelli più grandicelli? Certo i libri, in tale età, non sono tanto da leggere quanto da sfogliare, toccare, con immagini dentro le quali perdersi o da riempire coi pennarelli. Ma tali attività rivestono, per i più piccoli, la stessa importanza della lettura in senso stretto, se non addirittura maggiore.
L'editoria per ragazzi ne è ben avvezza, e infatti il 42% dei titoli dei libri per bambini sono rivolti proprio alla fascia prescolare, che guarda caso rispecchia le precise attitudini dei lettori adulti: leggono di più le bimbe dei bimbi, e leggono maggiormente al Nord che al Sud.
L'approccio precoce alla lettura è quindi fondamentale, anche per un maggiore sviluppo emozionale e cognitivo. Altra attività di assoluta importanza è quella della lettura ad alta voce: lo sanno bene quelli di NpL che infatti ne hanno fatto uno dei punti di forza del loro progetto. Leggere ai bimbi li aiuterà nelle capacità relazionali e nell'acquisizione delle competenze di lettura e scrittura, per non parlare dell'arcinoto atteggiamento dell'imitare i genitori, tipico di questa fase della crescita; vedendoli leggere, il bambino sarà, molto semplicemente, più portato a farlo a sua volta.
Insomma, tra grafici, dati Istat, spiegazioni psico-cognitive e tante belle chiacchiere, tutti concordavano su una cosa: la lettura in età prescolare ha un'importanza davvero superiore a quanto si possa comunemente pensare. Leggere, leggere ai bambini, leggere coi bambini, leggere a chi non sa leggere ma che già, a suo modo, ha tanta voglia di farlo.
Ma non ci stiamo dimenticando qualcosa? Ma certo, l'importanza delle storie, e se questo vale anche per noi grandi, figuratevi per i kids! Lo sottolinea proprio Emanuela Nava, che di storie se ne intende, a fine incontro; un po' commossa, ci legge un brano di Mamma Nastrino e Papà Luna. Ce lo legge ad alta voce, dolcissima, facendoci tornare un po' bambini a nostra volta. E ci saluta ricordandoci questo:
Le storie non risolvono i problemi, ma ci aiutano a fronteggiarli.