Puntaspilli è un tipo tranquillo. Tra i suoi passatempi preferiti ci sono: contare i cerchi nell’acqua fatti dai sassi lanciati dagli altri, collezionare foglie secche di betulla, tirare a indovinare se quella sera lo spicchio di luna avrà la gobba rivolta a destra o a sinistra e partecipare con trasporto alle gare di corsa tra lombrichi – possiede un lombrico, Achille, che ha già vinto parecchie competizioni e rappresenta una grande promessa del settore. Al di là di Achille, però, i suoi contatti con altri esseri viventi che non siano la sua stessa immagine riflessa nello specchio sono davvero pochi.
Il perché è presto svelato: Puntaspilli punge. Tutto il suo corpo è ricoperto di aghi sottili come i capelli delle bambole, quasi invisibili alla vista ma che fanno saltare di dolore quando qualcuno prova ad avvicinarsi troppo. Tutti pensano che Puntaspilli sia un tipo a posto, intendiamoci: solo, con tutti quegli spuntoni, hanno un po’ paura a stargli accanto. Così nessuno lo abbraccia mai, né gli dà un’amichevole pacca sulla spalla dopo una giornata storta, nemmeno gli prende la mano nelle ultime file di un cinema. Puntaspilli ne soffre e piange, lacrime silenziose scorrono sugli aghi e si pungono un poco anche loro.
Un giorno, però, mentre Puntaspilli se ne sta semi nascosto dietro a un albero, pronto per contare i cerchi del sasso che un bambino ha appena tirato nello stagno (ha scommesso con Achille che sarebbero stati più di cinque) con la coda dell’occhio scorge una strana creatura, mai vista prima, che lo fissa a sua volta. Un muso simpatico – quasi come quello di un fumetto! – un naso come una piccola palla nera da giocoliere, due occhi vispi e allegri e soprattutto tante, tante, tante spine! Un grande sorriso, sdentato e appuntito, gli si apre sul volto: qualcuno come lui, finalmente! Un’altra creatura capace di capire che dietro tutte quelle spine si nasconde qualcuno che vuole solo essere abbracciato, di tanto in tanto. Il riccio – perché è questa la strana creatura scoperta da Puntaspilli, ormai lo avrete capito – lo si può scommettere, pensa esattamente la stessa cosa.
E vissero per sempre felici e pungenti, perché si sa: le cose più belle, come le rose e le idee, devono sempre essere un poco spinose!