Vorrei parlarvi dei classici, in particolare di uno. E chi meglio di Italo Calvino può aiutarmi a raccontare il bello di leggere i classici? Tra i 14 punti che pubblicò su L’Espresso nel 1981, ho scelto questi tre, pensando ai piccoli lettori che ogni giorno scoprono qualcosa di nuovo, per cui ogni libro, anche il più antico, è una novità assoluta.
4. D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
5. D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura.
La definizione 4 può essere considerata corollario di questa:
6. Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
I bambini coltivano, senza accorgersene e senza che noi ce ne accorgiamo, un costante e intimo rapporto con il classico. Le fiabe tradizionali sono le prime letture recitate ad alta voce, che arricchiscono l’immaginario dei piccini e in qualche modo, con la proverbiale morale, smuovono e rinsaldano un sistema di valori umani innato, incontrovertibile e lapalissiano, come l’istinto.
Il principe felice e altri racconti di Oscar Wilde, letto ai più piccoli, è un esercizio di rispetto, di amicizia, d’amore, di dedizione al più debole, di onestà e sacrificio. Questa edizione, curata da ISBN Edizioni e illustrata da Cristina Pieropan, è elegante, delicata, rilegata con le pagine spesse, degne di un libro che deve essere sfogliato tanto senza rovinarsi.
Principi, giganti, usignoli, streghe, fuochi d’artificio e nani da circo: nove fiabe fantastiche ora in un volume illustrato che riunisce le due raccolte Il principe felice del 1888 e Una casa di melograni del 1891. Grazie alle tecniche dell’acquaforte e dell’acquatinta care a Cristina Pieropan, la forma rende onore al contenuto tanto da rimanere, ci scommetto, nella memoria dei bambini come esperienza sensoriale a tuttotondo. Dei bei libri d’infanzia, insieme alla storia, ricordiamo il profumo, la consistenza delle pagine, la distribuzione del testo e delle immagini e la voce delle persone con cui l’abbiamo letto.