Chi di noi non conosce la favola di Pollicino?
Quel bimbetto piccino, ma talmente piccino da essere non più alto del pollice di una mano, che nonostante la sua statura diventa un vero eroe.
Fin qui ci siamo.
Ma siete davvero certi di conoscere la vera versione della favola?
I Grimm mi hanno fatto scoprire che quella che ho sempre creduto essere la storia del piccoletto, in realtà non era altro che una gran confusione tra altre favole fuse tra loro.
Già, perché tutti noi, penso, abbiamo appreso come il mini-eroe abbia guidato, grazie ai sassolini sparsi nel bosco, i fratellini a casa e poi li abbia salvati da un orco affamato.
Niente di più sbagliato.
È chiaro che bisognerà andare a fondo della vicenda, perché pare che della stessa favola e sullo stesso personaggio, esistano varie versioni e diverse storie.
Quella che i Grimm ci propongono, non ha niente a che fare con orchi, matrigne cattive e sassolini nel bosco.
Lo sapevate che invece i sassolini nel bosco li avevano sparsi Hansel e Gretel?
So di stare facendo una rivelazione a molti di voi. Ma come dice il nome stesso dei personaggi, questa è un’altra vicenda, e la racconterò un’altra volta.
Stando agli scritti dei fratelli più famosi del mondo delle favole, Pollicino era stato il bimbo più voluto della storia dei figli.
Certo, mai quanto Rosaspina, la bella addormentata. Ma anche questa è un’altra storia.
Insomma, Pollicino era figlio di un povero contadino e di sua moglie. Essi si rammaricavano perché la loro vita era così triste senza nemmeno un bambino. Così una sera espressero il desiderio di averne uno e, anche se fosse stato tanto piccolo, lo avrebbero amato lo stesso.
Bene, il bimbo dopo sette mesi arrivò, a dispetto di tutte le aspettative e come una vera sorpresa. Proprio come i due buoni contadini avevano desiderato, non era più alto di un pollice. Per quanto la mamma e il babbo si prendessero cura di lui, questo non cresceva. Ma la sua statura non lo rendeva meno intelligente e scaltro degli altri.
Pollicino si rivelò essere davvero caparbio e intraprendente, e ben presto desiderò mettere alla prova le sue abilità. Così avvenne che si separò dalla famiglia ma, in questa, si ritrovò a dover affrontare tante avventure, da mettere alla prova anche il più valoroso degli eroi.
Certo, la vita di una persona alta come un pollice può essere davvero molto dura. Però, nonostante la giovane età e le difficoltà con il grande mondo, il nostro è davvero un combattente e non si arrende mai.
Ecco, questa è un’altra delle storie dei Grimm che parlano di come non si debba mai perdersi d’animo di fronte alle difficoltà della vita. Di come si debba sempre contare su sé stessi, per quanto piccoli si possa essere nel grande mondo. Perché anche se le difficoltà ci investono in un modo che sembra irrisolvibile, c’è sempre una via d’uscita. E non è importante essere molto forti o possenti. Bastano un po’ di coraggio e intelligenza, un pizzico di fede e l’amore delle persone che ci amano.
Provateci voi ad affrontare il mondo essendo piccoli come un pollice: nessuno vi vede se non sa che ci siete, nessuno vi ascolta se non vi sbracciate e gridate con quanto fiato avete in corpo. Potrebbero scambiarvi per qualcos’altro e mettere in dubbio le vostre capacità, perfino la vostra stessa esistenza.
Potrebbero volervi usare per scopi poco nobili o sbagliati.
Niente di tutto questo deve abbattervi. Perché le piccole dimensioni possono essere sfruttate a proprio vantaggio se non ci si abbandona alla disperazione.
A me sembra davvero una bella metafora della vita. E anzi, questo mi fa sentire che chiunque può sconfiggere i mostri che si ritrova sul cammino, anche a causa delle sue stesse scelte.
Tutto sta a capire se Pollicino riuscirà a tornare dalla sua famiglia sano e salvo.
Ce la farà secondo voi?
Basta ascoltare la lettura della favola, per andare fino in fondo e scoprire come realmente sono andate le cose.
Tutti pronti?
Cominciamo, allora!