Dai tempi antichi il mito ci parla, parla di noi, le sue parole rimbombano, arrivano alle radici e non invecchiano. Molti miti sono distanti, per geografia e tradizione, da noi, li conosciamo poco o non li conosciamo affatto (purtroppo, bisogna dire); ma la mitologia romana e quella greca fanno parte del nostro bagaglio culturale, non solo di quello di chi si avvia agli studi classici o di chi li ha alle spalle, ne sono testimonianza gli scaffali dedicati alla mitologia nelle librerie per ragazzi, scaffali che si arricchiscono, con regolarità, di nuove uscite.
A queste pubblicazioni, si aggiunge recentemente, facendosi notare per la qualità della scrittura e per la scelta iconografica che l’accompagna, Perseo. Una storia di malocchio, di Donatella Neri (Lupo Editore).
La figura di Perseo è legata in particolar modo all’uccisione della Gorgone Medusa, e proprio nel successo di quest’impresa è scolpita, per esempio, la sua figura bronzea nel Perseo di Benvenuto Cellini, ma Donatella Neri ripercorre il mito prima e dopo quest’evento. Il prima è la nascita di Perseo, da Danae figlia del re di Argo. Questi vorrebbe un figlio maschio per salvare il suo trono ma, interpellando un indovino, scopre che non ci saranno figli maschi nel suo futuro, gli nascerà però un nipote maschio che prenderà il suo posto sul trono. Non c’è molto da fare, Edipo docet, davanti al proprio destino, è inutile anche rinchiudere la propria figlia in una cella, soprattutto se ci si mette di mezzo Giove. Perseo infatti è figlio di Danae e Giove, cresce lontano dai nonni perché lui e la madre vengono abbandonati in mare prima di finire sulla spiaggia di un’isola lontana.
Danae è molto bella e non mancherà di attirare le attenzioni del sovrano dell’isola, ma il suo amore esclusivo per il figlio Perseo è un ostacolo, e quale modo migliore di sbarazzarsi di un impiastro di figlio se non, sfruttandone l’ambizione e l’audacia, invitarlo a compiere una missione ritenuta impossibile? La storia di Perseo non si esaurisce però con l’incontro con Medusa e, come dicevamo, non si sfugge al proprio destino.
In Perseo. Una storia di malocchio, il mito è raccontato due volte, dapprima in versi più o meno liberi (endecasillabi con interventi di ottonari), quasi un canto aedico, un invito alla lettura ad alta voce e all’ascolto della musicalità della lingua. Segue una adattamento in prosa del mito, destinato ai lettori più piccoli, in cui non mancano parentesi ironiche per avvicinare i bambini al mito. Chiudono il libro alcuni spunti di approfondimento, utili per chi fosse a digiuno di mitologia ma anche input di ricerca storico-artistica, una scintilla per accendere la curiosità dei lettori. La storia di Perseo è accompagnata dalle illustrazioni di Luisa Tomasetig, che si affida all’uso di tecnica mista (fotografia e pittura) e di materiali umili (vecchi chiavistelli, sassi, filacce di stoppa ecc.).
E così, nuovamente, cambiando parole e forme, il mito continua a parlarci e a parlare di noi.