Oggi vi presento il nuovo libro di Francesco Uccello, trentanovenne napoletano papà di due bambini, educatore ed esperto in comunicazione per ragazzi che si barcamena con il ruolo più complesso del mondo: quello di padre premuroso.
Mo te lo spiego a papà (Tea Edizioni) nasce grazie all'esperienza maturata in Rete con l'omonimo blog motelospiegoapapa.blogspot.it, su cui da tempo racconta con humor partenopeo le proprie peripezie in compagnia di DA1 (primogenito) e DA2 (secondogenito). Il tutto da un'ottica differente rispetto a quella che potrebbe offrire MPS (Mia Principessa Stefania), alias la mamma.
Il libro racconta la vita di una coppia, dal primo pannolino fino ad arrivare alle classiche domande a cui un genitore non sa rispondere, dal punto di vista di un papà blogger che non manca di mai di ridere sulle peripezie della propria famiglia, dove capitano momenti difficili da cui "vorresti fuggire lontano".
Si legge nell'incipit: "Mi è sembrata una buona idea quella di raccontare le cose dei bambini dal punto di vista di un papà, anche perché in giro e sul web senti parlare sempre e solo mamme".
Morale: "Basta mamme, S.O.S Tate, educatrici e nonne. Da oggi si usano la mia lingua, la mia emozione, la mia ironia per spiegare quello che accade intorno a noi".
La vita e il rapporto tra i figli e il padre, nonostante lo humour piacevole, è descritto in modo leggero e allo stesso tempo profondo: i dialoghi (veri) che vedono protagonisti il genitore e i due bambini nascondono infatti un universo fatto anche di tenerezze, paure e debolezze. Perché attraverso la quotidianità della propria vita famigliare, Uccello mette a nudo una verità che spesso si tende a dimenticare: anche i papà sanno amare in modo spassionato.
E se alcuni troveranno tra le pagine di questo divertente pseudo-manuale degli spunti per rispondere con il sorriso alle domande difficili dei propri figli, non sarà impossibile scovare anche qualche perla di saggezza rivolta tout court agli adulti.
Già, perché "parlando ai bambini si possono dire un sacco di cose anche ai grandi, parlando con i bambini si capisce meglio il mondo".