Dopo il post sui libri più belli da leggere durante le vacanze, ci soffermiamo su quelli che sarebbe meglio non avere in lista – tutto vissuto sulla pelle di chi scrive.
Nel periodo delle pagelline, solitamente si riceve anche il malloppone dei compiti estivi. Fra tutti questi bei foglietti pensati per tenere sveglio e allenato il cervello anche nei caldi mesi estivi della giovinezza, prima o poi sbuca il famigerato elenco dei libricini che sarebbe consigliato (leggi: è obbligatorio) leggere.
Noi di HeyKiddo abbiamo stilato personalmente una lista del genere, ma di certo l'impatto e la modalità sono molto diverse da quelle adottate a scuola. Su questa pratica comunemente adottata dai professori si potrebbe discutere a lungo. Posto che prendiamo come esempio una classe delle medie, vale a dire ragazzini dai 10 ai 14 anni, possiamo dire che come ogni cosa le letture estive hanno i loro pro e i loro contro.
Dobbiamo metterci nell'ordine di idee che, se un alunno di questa età ama già leggere per conto suo, di certo non avrà bisogno del compitino del professore per mettere il naso in un libro (anzi, forse il fatto di avere dei titoli obbligati lo innervosirà). Allo stesso modo, un ragazzino che pur di non vedere le pagine preferirebbe spalare letamai per tre mesi sarà ancora più risoluto, dopo la consegna scolastica – è universalmente riconosciuto, difatti, che ogni compito assegnato è e deve essere assolutamente noioso e inutile. Se solo è un pochettino più furbo, magari si cerca la trama e un commentino decente su Wikipedia.
Sì, perché spesso i professori, credendosi altamente lungimiranti, credono di assicurarsi l'obbedienza assoluta minacciando "Leggetelo perché al ritorno facciamo la verifica". Un ricatto valido fino a vent'anni fa. Oggi è perfettamente possibile, con tutte le conseguenze del caso, riuscire a rispondere a domande più o meno mirate (soprattutto se il livello richiesto è da scuola media) su un libro senza mai nemmeno averlo aperto. La scrivente, persona abominevole, ammette fra le righe di aver parlato per un quarto d'ora di Madame Bovary al professore avendo visto soltanto il dorso del libro nella libreria di casa. Ma non si sappia troppo in giro.
Un altro fattore negativo può essere la seccatura del dover per forza leggere qualcosa. In prima persona, posso dire che moltissimi libri che avrei adorato in altre circonstanze mi sono diventati odiosissimi grazie alla scuola. E di certo non è questo l'obiettivo da perseguire. La sensazione, nei ragazzi, di fare una lettura giusto per il voto, per passare una verifica, perché si è costretti… non è paragonabile a quando lo si fa per il piacere di scoprire, di sapere, di evadere un po'. E un bravo professore dovrebbe trasmettere la voglia di leggere ogni giorno dell'anno scolastico, con le sue lezioni e parole, non soltanto mettendosi in pace la coscienza a forza di liste.
In quest'ottica, un elenco diventerebbe semplicemente il coronamento di ciò che avviene durante i restanti nove mesi scolastici. Ancora meglio se i titoli consigliati hanno attinenza con il percorso svolto, lo approfindiscono, e magari hanno una trama interessante ed avvincente – ricordiamoci che siamo alle medie, la trama è la cosa più importante che i ragazzi notano.
Ecco qui, quindi, alcuni libri che sarebbe meglio evitare di dare in pasto ai ragazzini durante i mesi estivi (se pensate che sia impossibile che qualcuno li abbia mai consigliati, tenete a mente che la scrivente deve ancora finire la carriera scolastica, e ha sperimentato tutte queste cose).
1. Umberto Eco – Il nome della rosa
Si tende a consigliarlo per l'ambientazione storica, e perché ha una componenente misteriosa da giallo. Sarebbe interessante per l'aspetto di "romanzo di formazione" dal punto di vista di Adso, peccato che i frequentissimi riferimenti alla filosofia e i vari livelli di interpretazione rendano la lettura estremamente ostica ad un pubblico di preadolescenti senza guida. Ricordiamo che alle medie non si fa filosofia, e uno dei piani di lettura più significativi del romanzo è il parallelo delle vicende narrate con la realtà italiana degli anni '70, quando nei programmi scolastici si fa fatica ad arrivare alla seconda guerra mondiale.
2. Alberto Moravia – Gli indifferenti
Intanto fa parte della letteratura italiana, poi è stato pubblicato durante il Fascismo. Tanto basta per inserirlo, soprattutto in terza, fra i libri per l'estate. Il problema è che la trama è scarnissima, difatti l'autore si concentra sulla dettagliatissima descrizione psicologica dei personaggi. Potrebbe piacere per la fine ironia, ma alla lunga i sentimenti dei personaggi finirebbero per annoiare un ragazzino: di certo faticherebbe a trovare interesse nella falsità della classe borghese, nel grottesco, nell'ipocrisia così ben mascherata.
3. Herman Hesse – Narciso e Boccadoro
Anche stavolta, siamo ingannati dalla facciata di "romanzo di formazione", parolina magica che rende automaticamente un libro adatto ad un dodicenne. No. Forzate a leggere questo, e gli alunni lo odieranno. Tutto il simbolismo, il dissidio interno, non sono temi vicini alla sensibilità di un preadolescente: basterà semplicemente aspettare un paio d'anni, quando sarà alle superiori e avrà iniziato altre materie (anche in questo caso, soprattutto filosofia).
4. Denis Guedj – Il teorema del pappagallo
Interessantissimo libro, utilizzato dai professori di matematica come quelli di filosofia utilizzano Il mondo di Sofia di Gaarder. Il suo punto di forza è anche il motivo per cui sta in questa lista. Avvincente, didascalico nel senso che ti insegna un sacco di cose, ma se letto troppo presto rimane incomprensibile e lo lasci a metà (la prosa non è immediata). Ha l'effetto opposto a quello desiderato. Si può concedere ad un ragazzino che davvero ha già un idilliaco rapporto con la matematica. Per far cambiare idea a chi la evita come la peste, bisogna forse aspettare che l'alunno per primo si avvicini a questo giallo, o armarlo con grande forza di volontà.
5. Jules Verne – Ventimila leghe sotto i mari
Il classico libro avventuroso e visionario che bisogna leggere per il piacere di farlo. Non fate il grosso errore di imporlo, per poi magari costringere a fare il riassunto di ogni capitolo. Uno strazio che causerà l'odio sempiterno dell'alunno per un romanzo così adatto alla sua età, così utile a stimolare la fantasia. Una fantasia pronta a seccarsi e a morire, a contatto con i questionari della verifica. Almeno questo, lasciate che lo scoprano da soli.