L’autrice canadese Marianne Dubuc, dopo il Leone e L’uccellino, ci regala un’altra parabola sul prendersi cura dell’altro attraverso una delicata storia di un’adozione dal titolo Non sono tua madre, Orecchio Acerbo. Lo scoiattolo Otto vive tranquillo nella sua tana sull’albero, per lui la vita è semplice e soprattutto tranquilla. Un giorno, Otto trova sull’uscio di casa una strana palla verde, Otto non se ne cura e continua con le sue faccende. Ma, a sera, la palla verde è ancora lì e anche il mattino seguente finchè da quella palla vien fuori un esserino peloso che lo chiama “Mamma!”. E no, Otto precisa di non essere affatto la sua mamma e, convinto che la madre vera, prima o poi, verrà a cercarlo, decide di portare in casa il piccolo e aspettare che si faccia viva. Passano i giorni e la palla pelosetta si fa sempre più grande, cresce a vista d’occhio. Otto non sa più che fare, ha chiesto a tutti nel bosco ma nessuno ha visto una madre in cerca del suo cucciolo. Intanto il piccolo crescendo inizia a rendersi utile e si scopre che prepara delle buonissime minestre. Otto decide di allontanarsi per qualche giorno e parte per le sue ricerche, ma nulla da fare, non trova la madre e al rientro il piccolo non è più così piccolo, anzi, occupa già tutta la tana dello scoiattolo ed è anche molto coraggioso. È proprio giunto il momento di allargare la tana e di continuare quell’inaspettata convivenza perché, in fondo, Otto non riesce più a immaginare di tornare a vivere tutto da solo. Ecco che si è formata una famiglia, sui generis, ma sempre famiglia è, basta che l’uno si prenda cura dell’altro e ci sia tanto, tanto amore.