Non concentriamoci sul gossip (sì, sono una coppia carina con un matrimonio da favola, è vero!) ma sul fatto: che sia maschi o femmina questo bimbo sarà con grande probabilità un sovrano.
Probabilmente il sovrano che i nostri figli si cuccheranno. Non nella vita vera, ma nelle colonne dei siti di tutto il mondo, se tra 30 o 40 anni esisteranno ancora i siti web come li conosciamo oggi. Fosse saranno solo ologrammi o forse gli ologrammi saranno la cosa più obsoleta del mondo o dei mondi!
Comunque il figlio della duchessa di Cambridge è terzo in linea di successione al trono d’Inghilterra: dopo Carlo e William, Baby Royal siederà sullo scranno conservato in Westminster Abbey e indosserà i pesantissimi gioielli della corona.
Una legge pone lo stop alla differenza di sesso: basta sia il primo nato. Questo ci priva anche di una certa golosità da scommessa, di quell’ansia di scoprire la Verità con la V maiuscola. Certo priva Catherine Middleton di una buona dose di ansia da prestazione, cosa che non può farci che piacere.
Kate ha dovuto svelare al mondo di essere in attesa a otto settimane scarse di gestazione, rovinando il piano di annunciare il lietissimo evento (del tutto atteso, indiscrezioni da palazzo dicono che da maggio le fosse stato ordinato di mettere su dei chiletti) proprio il giorno di Natale.
La duchessa però soffre di grosse nausee dei primi mesi, universalmente note e universalmente patite, si vede che però per la futura mamma del Sovrano non le avevano messe in conto. Più che lei – che gode della nostra simpatia, sappiatelo – per noi è andato in palla il suo entourage, che l’ha ricoverata in ospedale per una reidratazione.
Sarebbe bello che tutte le mamme godessero di questo trattamento di prima classe, invece che ingozzarsi di crackers salati e cercare di mascherare il verde del colorito con quintali di fondotinta e cipria, sotto i quali le goccioline di sudore freddo riescono comunque a prosperare.
Una “rara sindrome” è stata scomodata per giustificare il ricovero di Kate: la hyperemesis gravidarum, che pare colpisca una futura mamma su 50.
Noi comunque ci auguriamo che sotto questo ricovero si nasconda solo un’estrema attenzione e non qualcosa di più serio. Perdonateci se, in quanto donne normali, ci siamo lasciate andare a quella vena di invidia che in genere è insita in chi non è abituata ad andare al lavoro su baldacchini di velluto.
