Metti una mummia per amico.
Sì, una mummia-bambino, non meno spaventosa per il fatto di essere piccina.
Una mummia-bambino significa dolore, il peggiore: significa che un padre, una madre hanno dovuto salutare il figlio per l'ultimo viaggio, lasciandolo in custodia di un amuleto, uno splendido scarabeo. E metti che dopo un sonno di millenni quella Mummia-bambino, destinata a un Museo, per un capriccio del cielo tempestoso o per un risarcimento degli dei, torni in vita e tutta spaventata scappi e si rifugi in camera tua…
Comincia così la fantastica avventura di Tommy la Mummia e lo scarabeo d'oro, di Tosca Menten, arrivato fresco fresco da Fabbri Editori, con le illustrazioni briose e delicate di Elly Hees: Tommy risorto, alias Tohuti Okpara Msamaki Minkabh Yanaro, ha dagli dei il dono di trovare Gus, ragazzo olandese del XXI secolo, che vive con un papà pittore strampalato, amorevole, in un sodalizio maschile e autosufficiente.
Per papà e figlio Tommy è un po' come E.T., un segreto speciale da custodire, finché papà Klas non decide che anche Tommy deve andare a scuola. Una mummia a scuola? Sì, con qualche trucco la si può far passare per un parente ustionato, tanto la gente “crede quello che vuole vedere”. Non sarà facile far fronte al pregiudizio e restare freddi alle prepotenze di qualcuno: Tommy, da figlio di faraone, le offese non le manda proprio giù! Sul filo della tensione il segreto si mantiene e le giornate, come le pagine, scorrono veloci. Un giorno lo scarabeo-amuleto di Tommy sparisce e la storia sembra precipitare di nuovo nella notte.
Tosca Menten non disdegna il particolare macabro ma sempre in punta di penna: il volto da bimbo morto di Tommy diventa, così, bello anche per noi, sotto lo sguardo del papà che insegna a Gus a varcare il confine dell'esteriorità.
Tommy la Mummia è un libro che, sotto la trama scanzonata di un'avventura impossibile, nasconde in filigrana un'altra storia: l'apprendistato difficile di ogni bambino che si trovi a vivere la sfida di crescere.
Tommy la Mummia racconta la morte di un innocente, narrata con estrema delicatezza nel primo capitolo e tutta racchiusa in quel grido di Tommy rivolto al padre: “Io voglio restare qui! Vieni con me?”.
Racconta la scoperta che i genitori e gli adulti non sono onnipotenti e non ci sanno aiutare nello scontro con la vita, con la cattiveria degli altri, con la paura.
Racconta la storia di un bambino, Gus, che cresce imparando a prendersi cura di un altro più bisognoso e a insegnargli tutto, anche che “qui si sta bene” e che Tommy, così strano e diverso da lui, può essere felice come gli altri bambini.
Racconta la storia di un rito di passaggio che porta Gus ad affrontare da solo i lupi e a tornare vittorioso con il dono che salverà il suo amico, più che lo scarabeo, un dono semplice e grande: l'amicizia.
Una storia di grande speranza, in cui tutto si ricompone, anche la fiducia verso il padre che a sua volta nutre i suoi due nuovi figli insegnando loro che non serve piangere il prima e angosciarsi per il poi, perché tanto “noi siamo qui e adesso. È già abbastanza impegnativo”.
Una bella lettura per Kids sensibili e per noi, che Kids lo siamo stati (e un poco lo restiamo sempre!)