È il primo giorno alla scuola dei grandi.
Jean è agitatissimo: dovrà presentarsi davanti a tutta la classe e dire il lavoro dei suoi genitori. Il papà è un direttore…ma la mamma? Cosa fa ? E, sopratutto, dov'é la mamma di Jean?
C'è una domanda che mi ossessiona. Tutte le sere mi dico che la farò, ma poi non ho il coraggio. Questa sera ce la posso fare.
Dov'è la mia mamma?
La Bao Publishing riporta in libreria un piccolo gioiello: Mia mamma (È in America, ha conosciuto Bufalo Bill) di Jean Regnaud e Émile Bravo, nella traduzione di Michele Foschini. Quest'edizione è stata riveduta e corretta nel lettering e nella traduzione, l'albo inoltre è ora brossurato con alette, stampato su carta avoriata.
Ma torniamo a Jean.
Jean vive con il papà, il fratellino Paul e Yvette, la loro giovane governante. Tra le botte (amichevoli) col fratello, la dolcezza di Yvette e il burbero, padre Jean si trova bene, è felice. C'è però questo dubbio che lo assilla, dov'è la mamma? Papà ha detto che è in viaggio però a lui sembra così strano…lui la mamma non riesce proprio a ricordarsela.
E poi c'è Michèle, la vicina di casa, una ragazzina vivace che un giorno rivela a Jean un grande segreto…la mamma le ha scritto! Jean non ci crede ma Michèle gli mette sotto al naso una bella cartolina proveniente da niente meno che la Spagna! La mamma sta bene, si diverte e manda tanti saluti a Jean.
Allora la mamma è davvero in viaggio come aveva detto papà?
A voi il piacere di scoprirlo. Mia mamma (È in America, ha conosciuto Bufalo Bill) è una favola dolceamara di rara bellezza. È una graphic novel per bambini – e per grandi ovviamente – a episodi, dove a momenti quotidiani come il primo giorno di scuola, la visita ai nonni, sono alternati momenti delicati, intimi, senza mai perdere il tono allegro e gentile.
Queste pagine trasudano poesia. Le parole nei ballon e nelle didascalie sono coniugate alla perfezione con i disegni, semplici ma carichi di significati, come solo un bravo illustratore sa fare: le espressioni di Jean ci dicono tutto. Dal movimento delle sue sopracciglia capiamo se è felice, imbarazzato, perplesso…e capiamo anche che non è convinto delle risposte che riceve, anzi, ne è confuso.
Il piccolo Jean finisce così per farci tenerezza: ridiamo con lui per i malintesi da bambini, sentiamo la sua tristezza quando scopre che Babbo Natale non esiste. E siamo vicini a lui quando la nuova maestra chiede a tutti i nomi, solo i loro nomi. Jean sollevato sorride, e noi sorridiamo con lui: che bella l'infanzia.
Se ve lo siete persi due anni fa, questa riedizione è l'occasione per scoprire questo bellissimo albo e i suoi bravissimi autori. Consigliato.