photo credit: Chiara Negrini in esclusiva per HeyKiddo!
Era una notte buia e tempestosa, direbbe il “bracchetto” più filosofo del mondo. Una notte buia, tempestosa, piena di ombre inquietanti e di strane creature in attesa nel folto del bosco.
Quando Jacob e Wilhelm Grimm hanno iniziato a scrivere le loro fiabe, doveva essere una notte così, ma lo era di sicuro quando ho ricevuto l’invito ufficiale al mio primo “Fairy Tale Party”, l’ambito ricevimento nel Regno delle Fiabe.
Avevo la febbre e “non sapevo cosa fare”. Penso vi sarà capitato, vero? E’ una sensazione che provi solo da bambino, quella monotonia così uggiosa da poter essere interrotta solo da un improvviso viaggio di sei mesi a bordo di una nave pirata volante.
Insomma ero una bambina ammalata e annoiata e fu proprio in quel momento critico, tra uno sbadiglio e uno sospiro, tra un termometro e un brodino, che la porta della mia stanza si spalancò e un gatto si precipitò dentro agitando un biglietto. Lo fissai con gli occhi spalancati per la sorpresa: indossava il più bel paio di stivali in pelle che avessi mai visto, proprio gli stivali che avrei indossato anche io, se fossi stata un gatto.
Mi lanciò il biglietto sul letto e scappò via, in preda ad una fretta indiavolata (in quel periodo, ricordo, frequentava moltissimo il Bianconiglio di Carroll, ma poi si sono persi di vista, credo).
Comunque, il biglietto conteneva l’invito alla festa più esclusiva del mondo (reale ed immaginario) e ci sarebbero stati proprio tutti i pezzi grossi.
Già la location incuteva un certo timore reverenziale: il Castello di Cenerentola. Conoscevo la mania per le pulizie domestiche della padrona di casa, e sapevo che mi sarei ritrovata in uno scintillante scenario, nel quale proprio non potevo sfigurare.
Avevo bisogno di un abito adatto. Avrei chiamato la Fata Smemorina, se non avessi saputo perfettamente che la Fata Smemorina non aveva nulla a che fare con i Grimm, ma solo con quel buontempone di Walt Disney. Quindi provai a contattare la Bella Addormentata, ma stava schiacciando un pisolino da 60 anni circa e si sarebbe svegliata solo dopo 40 anni… un po’ tardi per il ballo, direi. Provai con Raperonzolo, ma era in crisi: non aveva trovato neanche un parrucchiere disposto ad acconciarle i capelli. Così mi rivolsi a Biancaneve, che al pari della Bella Addormentata, non era esattamente un tipo “sveglio”, ma che mi diede un ottimo consiglio. Mi disse di rivolgermi alla Nonna di Cappuccetto Rosso, che era molto brava col cucito.
La Nonna era un tipo simpatico e mi confezionò un bellissimo abito con mantellina e cappuccio rosso. Che fantasia, direte voi. E’ vero, ma in cambio volle sono una mezza focaccia. Il Cacciatore e i sette nani mi scontarono fino al castello (era la stagione in cui i Lupi Cattivi se ne andavano in giro a sbranare ignare bambine vestite di rosso) e la festa ebbe inizio.
Feci una figura meravigliosa, fui la più ammirata e la Matrigna di Biancaneve per la rabbia ruppe lo Specchio Magico e si guadagnò altri sette anni di guai (come se non ne avesse avuti già abbastanza).
A fine festa i Grimm vennero a salutarmi e mi dissero che, dal momento che ero così brava e coraggiosa a credere a tutte quelle cose “impossibili”, ogni volta che avrei avuto la febbre o se fuori avesse piovuto, se mai avessi provato il bisogno improrogabile di imbarcarmi su una nave pirata volante, avrei potuto usare il loro invito per il Regno delle Fiabe. Era un invito che non aveva scadenza, infatti. E la cosa bella è che ancora oggi, mi basta prenderlo (ha la forma di un libro) per ritrovare tutti i miei più cari amici dell’infanzia.
Questa è una storia vera e se non ci credete, allora i Fratelli Grimm non vi inviteranno mai ad uno dei loro meravigliosi ricevimenti.