Michel Van Zeveren, Mi disegni un piccolo principe?, Babalibri
“Mi disegni, per favore, una pecora?”
Queste sono le prime parole con cui il Piccolo Principe si presenta, dal 1943, alle orecchie e agli occhi dei suoi numerosissimi lettori di tutte le età.
E così un sorriso spunta sul viso del lettore adulto che coglie sin dalla copertina il riferimento all’opera di Antoine de Saint-Exupéy, solo che questa volta è una pecora che, foglio in mano, chiede il ritratto di un piccolo principe.
I sorrisi non finiscono qui, e non solo per chi può cogliere la citazione iniziale, è l’ironia infatti il filo conduttore di Mi disegni un piccolo principe? di Michel Van Zeveren, un libro che diverte secondo diversi livelli di lettura, dal bambino che segue la trama semplicemente per come è presentata all’adulto che vi coglie il riferimento letterario, il muoversi dei più in gregge oltre al rapporto genitore-figlio che spesso richiede capacità di improvvisazione e, soprattutto, capacità di ascolto e accoglienza.
La storia comincia nella classe di Piccola Pecora dove c’è una pecora, Pecorella, che disegna benissimo. I compagni di classe accorrono al tavolo per ammirare il suo bellissimo disegno del piccolo principe; quando tutti tornano al proprio posto, Piccola Pecora chiede all’amica di disegnarle un piccolo principe ma sentendo la richiesta le altre pecore della classe accorrono con la stessa richiesta e così Pecorella, che non ha voglia di disegnare tanti piccoli principi, invita a disegnarselo da sole.
Il problema è che Piccola Pecora non sa disegnare così, una volta tornata a casa, chiede aiuto alla mamma, ma neanche lei è un granché con matite e colori, anzi ricorda ancora le risate degli allora compagni di classe davanti ai suoi lavori.
La madre però può fare molto di più che un disegno, insegnando al figlio a pensare al di là del “gregge”: per prima cosa, perché disegnare un piccolo principe?
Si può disegnare qualcos’altro, magari qualcosa che nessuno vede.
Il giorno dopo, in classe i compagni sono entusiasti dall’idea della mamma e dalla sua opera, si mettono tutti al lavoro ma Piccola Pecora è in difficoltà anche con quello che nessuno vede… e se disegnasse invece ciò che ha nella testa, che cosa ne verrebbe fuori?
Scritto e illustrato da Michel Van Zeveren, l’autore belga ci regala (in questo caso è proprio il caso di parlare di dono) un libro che mette di buonumore, che corre, come Pecorella, dall’ambiente chiuso della classe allo spazio verde e aperto del ritorno a casa, in un continuo dialogo e scambio in cui a volte lo spazio vuoto nello sfondo si trasforma nello spazio del foglio vuoto su cui Pecorella può tracciare i suoi schizzi.
Un libro che sento già come un piccolo classico per i più piccoli, come nella migliore tradizione Babalibri.