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Memoires d’un doudou: una mostra per tornare agli oggetti d'infanzia

In occasione della Fiera del libro a Bologna fino al 6 aprile c'è una mostra che celebra il doudou. Non sapete cos'è? Tornate ai ricordi d'infanzia!

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 Sapete cos’è un doudou? Io ne ero all'oscuro quindi se non ne avete la minima idea consolatevi! Si tratta di una parola francese che sta ad indicare in generale un oggetto di conforto per il bambino che sia il classico ciuccio, una copertina, un peluche, un calzino, una vecchia maglietta o tutto quello che vi viene in mente. Qualcosa che sostituisca mamma e papà quando non ci sono, un surrogato del loro affetto e delle loro coccole da portare sempre con sé quando si è piccolini. Quello che gli psicologi (da Winnicott in poi) chiamano oggetto transazionale: un oggetto che dà protezione e sicurezza al bambino e sostituisce il genitore (e da cui il piccolo non si separa mai e per la cui mancanza scoppiano tragedie!). L’abbiamo avuto tutti! Il vostro qual era? Io-ehm- confesso di essere stata ciuccio-dipendente per tanto tempo.

memoires_dun_doudouA Bologna, in occasione della Fiera del libro per bambini, dal 26 marzo al 6 aprile c’è una bellissima mostra chiamata “Memoires d’un doudou” dedicata proprio a questo tipo di oggetti importantissimi per i bambini. La mostra si svolge presso Elastico, un’associazione culturale fondata a Bologna da due artiste, è  curata da Francesca Cappellini e raccoglie 32 tavole realizzate da 16 promettenti illustratori italiani che si sono confrontati con la loro infanzia. La mostra è stata anche a novembre a Parigi in occasione del Salon de presse e jeunesse.

Agli illustratori è stato chiesto di fare un salto indietro nel tempo e tornare alla loro copertina di Linus, all’oggetto a cui erano legatissimi da piccoli e che ormai è solo un ricordo (perché prima o poi bisogna separasi dal proprio doudou!) per poi rappresentarlo con la loro bravura ed originalità. Ogni giovane illustratore ha realizzato un proprio autoritratto del sé stesso bambino con doudou e poi lo ha descritto con una frase. Da queste frasi è nato poi il secondo gruppo di tavole: la curatrice della mostra ha infatti ridistribuito le frasi tra tutti gli illustratori e ha chiesto loro quindi di rappresentare il doudou di un altro in base all’idea che se ne sono fatti. Un intreccio di infanzie, ricordi ed interpretazioni personali molto interessante.

Che ne dite orsacchiotto alla mano andrete a vedere la mostra?

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