Lupo nero di Antoine Guillopé, edito da Camelozampa, è un silent book che travolge con forza il lettore senza l’ausilio di parole.
In questo racconto silenzioso, l’autore gioca con i contrasti, con il bianco e il nero: li fonde e li inverte, dando vita ai personaggi e movimento alle loro azioni.
Già dalle prime pagine si percepiscono e si intrecciano due ritmi: la vita luminosa e rassicurante fuori dal bosco e la vita più buia e tenebrosa che abita il suo interno.
Vediamo un ragazzo che si inoltra in un bosco innevato, con una borsa a tracolla e d’istinto viene voglia di metterlo in guardia.
Lo seguiamo. Pian piano la tensione sale e diventa sempre più palpabile. Il nero groviglio delle fronde degli alberi è in netto contrasto con la bianca luce del cielo, che tenta di penetrare all’interno di un bosco ben intenzionato a difendersi dai raggi del sole.
All’improvviso, nel buio, tra alcuni rami appaiono due occhi animaleschi. Sono gli occhi di un lupo.
La tensione sale e si vorrebbe avvertire quel ragazzo e dirgli di scappare dal bosco e di tornare indietro.
Sfogliando le pagine di questo incredibile albo illustrato, sembra di guardare un cortometraggio di cui si può solamente immaginare il sottofondo musicale, in un crescendo di tensione che si scioglierà in un dolce finale.
Paradossalmente assordante nella sua semplice silenziosità, Lupo nero coinvolge e rapisce l’attenzione del lettore-spettatore fino all’ultima pagina.