«Da ragazzo» – racconta Robert Wilson, per gli amici Bob, fra i più acclamati registi del nostro tempo – «mi trovavo in Grecia per la prima volta, quando qualcuno mi portò a vedere un’edizione teatrale dell’Odissea. Davvero non ricordo quanto sia durata veramente, ma mi sembrò interminabile, pesantissima, seriosa. E ricordo di aver pensato: ma deve proprio essere così? Per me dovrebbe essere più lieve».
Oggi Wilson porta in scena la sua Odissea al Piccolo Teatro di Milano, co-prodotta col Teatro Nazionale di Grecia, in uno spettacolo che definire lieve sarebbe riduttivo: il nostro Bob riesce nell’impresa di trasportare sul palco un testo antichissimo quanto ricco e complesso, dando prova di un’estrema leggerezza che è allo stesso tempo semplicità e incanto.
Grazie anche all’adattamento di Simon Armitage, il testo omerico si trasforma in una fiaba moderna scorrevole e ritmata, in cui il protagonista Odisseo – alla ricerca della sua amata patria, Itaca – può apprendere quanto di più importante vi sia al mondo: non è la meta quello che conta, ma il viaggio e la saggezza che ogni uomo sul proprio cammino acquisisce. Nonostante Zeus, padre degli dei, tuoni nel prologo iniziale che «i mortali si imbattono in una tragedia dopo l’altra, non crescono, non imparano dai loro errori e poi accusano noi per le loro colpe e le loro fragilità», Odisseo sarà pronto a smentirlo, grazie anche all’aiuto e alla protezione della dea Atena.
Le musiche dal vivo del compositore Thodoris Ekonomou accompagnano il trascorrere immaginifico di una scena nell’altra, offrendo allo spettatore una sequenza di quadri di grande impatto visivo. A predominare è una luce azzurra che sembra avvolgere ogni cosa di lontananza, sogno, nostalgia. Il colore non è casuale: Wilson racconta di essere rimasto colpito dalla luce azzurra di un’alba osservata dalla terrazza di un hotel mentre si trovava in Grecia, «un’incredibile luce blu che si è subito fatta spazio nel mio modo di pensare alla Grecia, alle sue aurore. Quella luce è stata una scoperta».
Odyssey è uno spettacolo di grande eleganza e armonia compositiva, in cui ogni parte – dalla scenografia al testo, dalla recitazione alle musiche – concorre a creare una partitura fluida e coesa, lasciando all’occhio il piacere sorprendente delle forme e all’orecchio il commento più suggestivo. La forza visionaria della fiaba e dell’allestimento è trasversale, capace di trascinare il pubblico più disparato, ed è per questo che vi invitiamo a non perderlo! Lo spettacolo sarà in scena al Piccolo fino al 24 aprile.