Yum! Gnam! Slurp! Delizioso!
Rodolfo II d’Amburgo campeggia in copertina così come Arcimboldo l’ha fatto, mettendo insieme frutta e ortaggi di ogni tipo. Ci guarda fisso negli occhi e sembra fare proprio così, Yum! Dovremmo accettare quello che ha tutta l’aria di essere un invito a tavola.
Il cibo che lascia il segno
Vediamo cinque o sei lingue, tutte di colori diversi. Quella celeste ha provato il gelato al puffo, la rossa ha sicuramente assaggiato una fragola, la bianca dice che forse serve un dottore. Vedere il cibo è come assaggiarlo con gli occhi ed emozionarsi di conseguenza. Il giallo dello zafferano stimola il buonumore, il verde dell’anguria sa di fresco, il marrone della castagna fa pensare al calore del focolare.
Se fate attenzione al cibo e alle sue caratteristiche, certamente avrete notato che esistono carote di vari colori. Quella arancione, la più comune, ha una storia nobile perché la sua colorazione fu creata ad hoc per rendere omaggio agli Orange dell’Olanda.
Il profumo dei soldi
Pecunia olet se ad essere usato come denaro è il cibo: grano, olio, semi di cacao, zucche, pomodori e sale erano la moneta degli antichi. Il profumo dei soldi consisteva in quello dei prodotti della terra e del mare che chiunque poteva ricavare lavorando alacremente.
I profumi più intensi, tuttavia, venivano dall’Oriente. Ingenti quantità di curry, cardamomo, cumino, cannella furono la causa di guerre furibonde tra inglesi e olandesi, per il controllo del commercio delle spezie.
I profumi del cibo viaggiavano molto di più in passato, mentre ora sono spesso a pochi passi da noi. Dunque si parla di chilometro zero per indicare quei prodotti vicini al luogo in cui vengono consumati. Questa è sicuramente una garanzia di qualità e freschezza ma non di varietà, cosa di cui la nostra alimentazione ha bisogno. Il cibo ha sempre viaggiato e continuerà a farlo così come a spostarsi sono i produttori e i lavoratori agricoli.
Non si parla quando si mangia
Lo dice il Galateo e lo dicevano i monaci del IV secolo, cui veniva proibito di parlare a tavola, per ascoltare una lettura edificante, in modo da nutrire il corpo e lo spirito.
I suoni del cibo sono anche quelli delle voci che lo hanno raccontato nel corso del tempo. Fiabe e miti del passato hanno costruito casette di marzapane, abbandonato poveri bambini affamati, soddisfatto la fame di lupi cattivi.
Sapori e saperi
Attraverso il gusto riconosciamo quattro sapori: dolce, amaro, salato, acido. A questi se ne aggiunge un altro, l’umami (“saporito” in giapponese), il sapore di glutammato percepito su tutta la superficie della lingua.
Anche i fiori hanno un sapore che possiamo accostare ad altre pietanze. Così la viola sa di menta, la begonia di limone, la rosa è piccante e il cerfoglio ha il sapore dell’anice.
Galateo internazionale
Anche il cibo ha un suo Galateo, non così severo come si suole credere. In India lo si prende in mano, ma attenzione, solo con la destra. In Cile si usano sempre le posate, mentre in Cina è bene mangiarlo con le bacchette, senza leccarle.
Tutto questo e molto altro troverete all’interno di Yum! Il cibo in tutti i sensi (Franco Cosimo Panini), scritto e illustrato a quattro mani da Giancarlo Ascari e Pia Valentinis, un’esplosione di curiosità, storie, leggende e informazioni tecniche sul cibo, percepito attraverso i cinque sensi. L’obiettivo degli autori sembra infatti quello di stimolarci ad assaggiare il cibo nelle sue tante sfaccettature, a viverlo con sentimento, a carpirne i segreti, a prendere coscienza della sua storia in rapporto all’uomo e alle sue abitudini. Il tratto deciso e lo stile asciutto dei suoi autori sostengono i testi con immagini che aggiungono nuove narrazioni, rendendo l’albo appetibile oltre che bellissimo!
Sfogliarlo è come assaporare in tutti i sensi il cibo che ci viene proposto in chiavi diverse dal solito, al punto che leccarsi le dita viene naturale.