Cari kidz, come sapete già da un po’ qui su YouKid abbiamo cominciato a parlare di diritti e doveri, non per niente abbiamo persino una rubrica dedicata alla nostra Costituzione. In pratica, sto facendo un bel ripasso di diritto pubblico anche grazie a quest’ultimo libro dal titolo Lena e la cittadinanza scientifica, scritto dal fisico teorico Maria Nicolaci e illustrato dalla fumettista/ingegnere Lucia Biagi, per la collana Nomos di Sinnos. Non fatevi impaurire dai titoli accademici delle autrici, perché quello che vado a presentarvi è un libro che più chiaro di così non poteva essere, infatti, sono rimasta stupita da come le autrici siano riuscite a spiegare con semplicità concetti complicati come appunto quello di cittadinanza scientifica che, in realtà, è solo il punto di partenza, perché nel libro vengono trattate molte altre questioni come la biodiversità, le mutazioni genetiche e la democrazia deliberativa.
Lena è una ragazzina sveglia e curiosa che, dapprima insieme ai suoi compagni di classe, e poi insieme all’intero istituto, cercherà di risolvere una questione legata alla loro scuola: una parte del cortile, infatti, sta per diventare un parcheggio e loro non sono affatto convinti che questa sia la scelta migliore. Ma cosa possono fare dei ragazzini per far cambiare idea al loro preside? Innanzitutto usare il cervello e poi farsi aiutare dai loro insegnanti ad esercitare i loro diritti. Una volta appreso che la chiave di tutto è essere informati per trovare soluzioni e prendere decisioni, i ragazzi mettono su un processo di democrazia deliberativa, permettendo a tutti di esporre le loro ragioni e i loro dubbi, coinvolgendo alunni, insegnanti, genitori, bidelli e ovviamente il preside.
Perché se è vero che cittadinanza scientifica vuol dire esercitare in maniera consapevole, ossia informata, i diritti di cittadinanza, è anche vero che per farlo bisogna seguire un percorso partecipativo e privo di diktat e coinvolgere nel processo tutti i cittadini. Le conoscenze vanno condivise, questo è il concetto fondamentale, senza tale condivisione non è possibile distribuzione paritaria della conoscenza. In un’epoca in cui siamo bombardati da informazioni di tutti i generi, anche troppo a volte, è necessario distinguere le informazioni vere da quelle fasulle, proprio per distinguersi. Poi, ognuno si farà un’opinione e, grazie al confronto con quella degli altri, potrà valutare se cambiarla o tenerla.
Questo libro, a mio avviso, dovrebbe essere usato nelle scuole medie per far capire ai ragazzi che già cominciano a sentirsi grandi che il fantomatico sciopero non è la soluzione a tutti i problemi, anzi, non serve proprio a nulla. Ci sono molti altri modi per risolvere le cose, per cui, prendete esempio da Lena e dalla sua scuola… e informatevi, mi raccomando!