Sapete che cosa è un book haul? È una sorta di bottino libresco che, per gli appassionati, equivale a una gioia immensa fatta d’incetta di titoli e letture da scorpacciarsi tutte insieme. Gli adulti sono soliti girare dei video in cui ne parlano e mostrano copertine, pagine, illustrazioni, citazioni salienti dei volumi che, in genere, il postino ha appena recapitato a casa.
La tentazione di realizzare un video per recensire i titoli di Lapis è stata grande per tanti motivi: dalla sensazione tutta tattile della copertina tessile e vintage di Tucano il tucano, alle tenere illustrazioni e alle esclamazioni di benevolissima nostalgia che Pollicina ha suscitato in me, all’interattività promossa da Vorrei un tempo lento lento, così incalzante che viene proprio voglia di sentirlo recitare.
Questi tre titoli mi hanno fatto catapultare in altrettante specifiche dimensioni della mia infanzia a rischio dimenticanza, che forse rendono meglio nella dimensione scrittoria: non è di parole scritte e accenni evocativi che è fatto il nostro passato?
David McKee, Tucano il tucano
Con Tucano il tucano, primo libro di David McKee, che Lapis ha riprodotto tenendo fede all’edizione originale del 1964, mi sono ritrovata faccia a faccia con le tipiche battute da papà di una volta, che giocano con la lingua e con l’inglese credendo di essere esilaranti, ma risultando in realtà “solo” molto teneri. È su un pun, gioco di parole in questo caso very British, che si basa questa splendida uscita, la quale ha l’ambizione di raccontare una delle possibili origini del bellissimo uccello tropicale. Dunque raffinato (per il formato e le illustrazioni modernamente vintage), punta in alto (e questa è un’ottima abitudine per i bambini!) ed è teneramente divertente.
Leggerlo perché: è un esempio diretto di come fabbricarsi su misura le spiegazioni ai dubbi che sorgono crescendo, a tutela della propria unicità!
Silvia Roncaglia, illustrazioni di Brunella Baldi, Pollicina
Chiedevo spesso, da piccola, che mi venisse letto Pollicina. All’epoca disponevo della versione delle Fiabe Sonore, ma questa di Silvia Roncaglia, illustrata da Brunella Baldi, ha la stessa magia, capace di trasportarti dritta dritta a riviverti quelle sere, in cui nelle illustrazioni si cercavano i dettagli che spiegassero anche a te quel mare di emozioni che sentivi, ma ancora non riuscivi bene a fissare. La scena del rondone ferito era la mia preferita allora e lo è stata anche in questa rilettura. Avevo capito per la prima volta che cosa fossero davvero la compassione e l’empatia, mentre oggi me ne sono ricordata, pensando anche a quanto ce ne sia continuamente bisogno.
Leggerlo perché: è un classico rivisto con classe, la cui magia è esacerbata e la cui storia continua a valere, perché tocca il vulnerabile (l’essere piccoli) e lo unisce alla forza (il salvare ed aiutare gli altri) e alla felicità (se agisci come credi, non potrai non essere felice).
Luigina Del Gobbo, illustrazioni di Sophie Fatus, Vorrei un tempo lento
Vorrei un tempo lento lento di Luigina Del Gobbo e Sophie Fatus, letto da Andrea Calabretta, mi ha fatto tornare a scuola, quando insistevano sull’importanza di cantilene e filastrocche e io pensavo fossero roba da piccoli, salvo poi rimanerne stregata non appena mi concedessi di prestare l’orecchio. Inoltre il titolo è una preghiera che anche oggi mi trovo a recitare, quando tutto, e soprattutto la mia testa, va veloce veloce senza che poi ce ne sia realmente bisogno. È un’inconsapevole preghiera anche per i bimbi che, come la mia Eva, ci tengono proprio a venire rispettati, partendo dalle loro tempistiche, che non possono essere sbagliate, vengono da dentro!
Leggerlo perché: il potere del ritmo e della parola ripetuta è fondamentale per i piccini, fa entrare nella memoria parole e messaggi e, tra l’altro, facendo la scansione del codice presente all’interno della copertina, è anche possibile ascoltare la storia!