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“L’Accademia del Bene e del Male” di Soman Chainani

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Dentro la foresta primordiale
c’è un’Accademia del Bene e del Male.
Ci sono due castelli, due teste gemelle:
uno benigno e l’altro maligno.
Prova a fuggire: le vie son bloccate.
L’unica uscita è una storia di fate.

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L’Accademia del Bene e del Male è stato il romanzo rivelazione del 2015 per me, già solo dalla copertina ne ero rimasta affascinata. Poi ho visto il booktrailer ed è stato amore allo stato puro.

 

Il libro rispetta tutte le promesse del booktrailer: magico, ironico, oscuro e con un tocco di romanticismo che non guasta mai. Il tutto, però, raccontato in uno stile accattivante che non ha punti morti.

Questa è la storia delle due amiche Sophie e Agatha: entrambe non vedono l’ora di andare a studiare nella leggendaria Accademia del Bene e del Male, dove si studia per diventare gli eroi o i cattivi delle fiabe. Sophie è femminile, delicata, fissata con la bellezza e le buoni azioni: è destinata alla Scuola del Bene. Agatha invece, è sempre di cattivo umore e si veste di nero: lei di certo finirà nella Scuola del Male. E invece per loro il destino ha in mente tutt’altro:  Sophie finisce nella Scuola del Male a seguire lezioni di Imbruttimento, Trappole mortali e Storia della Cattiveria, mentre Agatha si ritrova nella Scuola del Bene, a lezione di Etichetta principesca. Ma è davvero un errore? O in realtà il vero carattere di entrambe si nasconde dietro il loro aspetto? Per Sophie e Agatha comincia un viaggio in un mondo straordinario, dove l’unico modo per uscire dalla fiaba è viverne una fino alla fine.

Un romanzo in cui il Bene e il Male, a dispetto di quanto dice il titolo, non hanno confini ben precisi, ma sono mescolati, vivono in simbiosi, sono necessari l’uno all’altro. Questo è uno dei motivi per cui l’Accademia del Bene e del Male è sì un libro per ragazzi, ma può essere tranquillamente una lettura da adulti. Come ogni buon libro, lo si può leggere a diversi livelli.

Parliamo dei personaggi principali: Sophie. Io la amo. L’ho adorata fin dalle prime righe: sarà che mi ha ricordato tantissimo uno dei personaggi di Armonia di Pietragrigia (e lo so, sono autoreferenziale) che amo di più: Lucrezia. Sophie è una principessa (apparentemente) e pensa di esserlo davvero anche nella realtà e in effetti è frivola e superficiale come una vera signorina di buona famiglia, talmente frivola che non ha ben chiaro che il Bene non equivale sempre alla Bellezza. Dovrà impararlo a sue spese quando, giunta all’Accademia, scoprirà di essere stata scelta per diventare non l’eroina buona della fiaba ma la Cattiva (e che cattiva!)

Agatha ha l’aspetto di una perfetta strega, ma in realtà è la Bontà e il Coraggio personificati: ho amato anche questo personaggio. Agatha sa cosa vuol dire essere buoni e sa cosa significa essere considerati cattivi da tutti, e proprio perché conosce i due aspetti della natura umana, si rende conto di quanto sia difficile scegliere da che parte stare. La sua amicizia con Sophie (a dispetto di tutto) è il perno del libro e mi ha commosso e fatto sorridere più di una volta.

Per Tedros, il protagonista maschile, ho provato sentimenti contrastanti: all’inizio è apparso come il solito cliché del principe azzurro: bello, biondo, perfetto in ogni cosa. Era proprio l’intento dell’autore quello di ribaltare anche qui la situazione: pian piano emergono tutte le insicurezze del principe azzurro, che, assieme a Sophie ed Agatha, ci regala alcuni siparietti comici che non si addicono per nulla ad un “principe azzurro” delle fiabe. Insomma, l’ho assolutamente rivalutato nel corso della lettura e alla fine anche Tedros è entrato nel mio cuore.

L’ambientazione: l’autore è riuscito a creare un mondo unico e originale partendo da elementi tutt’altro che nuovi. Mescolando lupi mannari, fate, streghe e altri elementi fiabeschi che tutti conosciamo ha preso il mondo incantato delle fiabe e lo ha ribaltato, facendo luce sugli aspetti meno conosciuti dei “racconti per bambini”, sulle contraddizioni e sui luoghi comuni di cui siamo stati abituati a leggere da ragazzini. L’Accademia del Bene e del Male è un posto bellissimo e bruttissimo e, se devo essere sincera, come Agatha, io mi sento molto più attratta dalla parte “cupa” della scuola (che poi forse è l’istinto di ogni essere umano)!

La trama è assolutamente fantastica: per tutta la durata del romanzo si passa da una parte all’altra, dal Bene al Male, senza riuscire a definire perfettamente i confini tra i due estremi, ci sono misteri da svelare e l’intreccio è talmente serrato da non lasciare tregua!

Lo stile: meraviglioso! È proprio il classico esempio di stile di scrittura che amo: lineare, senza fronzoli ma comunque visivo (è come trovarsi lì) e tutto condito da moltissima ironia! Mi ha ricordato parecchio lo stile della Rowling, che io amo. Insomma una lettura meravigliosa, che mi ha tenuta incollata alle pagine come non mi capitava da tempo. Mondadori sta per pubblicarne il seguito: Un Mondo senza Principi!

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