Frida Nilsson, La spada di legno, Feltrinelli Up
Una spada di legno può rivelarsi, inaspettatamente, l’arma adatta per affrontare un’avventura straordinaria.
All’inizio del nuovo romanzo di Frida Nilsson di spade non c’è alcun bisogno: Sasja è al mare con il padre e vorrebbe restarci il più possibile, fuggendo dalla loro casa “scura e silenziosa”, per poter pensare solo all’acqua, al cielo e al sole. A casa, infatti, c’è la madre che ha una malattia incurabile e che, dalla notizia della sua futura morte, per il figlio ha perso il nome di “mamma” diventando Semilla, un nome nuovo, che è meno doloroso pronunciare.
Che cosa succede quando si muore?
Tornando dal mare, Sasja entra nella camera di Semilla e si arrampica sul letto; i due parlano di che cosa succede quando si muore. La madre sembra già saperne qualcosa: quando si muore si finisce nel regno di Morte (“è come qui, ma diverso”), dove si arriva con facilità, grazie a una grande e splendida nave.
Semilla sembra sapere anche qualcos’altro: sembra che dopo la morte si cambi. Ci si trasforma. Ma in che cosa? Pensando a qualcosa di bello, a Sasja vengono in mente le presenze incontrate durante la sua giornata: l’aquila reale avvistata con il padre mentre erano al mare, il maiale del vicino o Ninni, il suo dolce cane… Trasformare Semilla, però, sembra una questione per niente semplice.
Sì, a dirla tutta, ci sono molte cose belle al mondo. Ma qualsiasi cosa sarà, so che Morte avrà qualche grattacapo prima di trasformare Semilla. Perché lei era già la più bella di tutte, e in chi si può trasformare la più bella? No. Morte dovrà fare attenzione con Semilla.
Dopo tutte le domande del figlio, è Semilla – sempre più debole – a chiedergli qualcosa: Sasja pensa che sia possibile sconfiggere la morte?
Sì, suo figlio non ha alcun dubbio al riguardo.
Questi primi due capitoli del libro, all’apparenza un semplice preludio a quella che sarà la storia principale, racchiudono invece in sé il seme di tutto ciò che il piccolo Sasja dovrà incontrare e affrontare, ma il lettore ne è inconsapevole e se ne renderà conto solo in seguito (o proprio alla fine del libro, ritornando alle prime pagine).
Nel regno di Morte
Subito dopo i primi due capitoli, dal ritmo lento e riflessivo, comincia l’azione vera e propria. Dopo due giorni da quel dialogo, una notte Sasja scopre che la madre è sparita dal letto: corre fuori casa a cercarla e finisce sul molo dove scorge una meravigliosa nave che la sta portando via. Senza pensarci due volte, il bambino sale su una barchetta a remi e insegue la madre, finendo in mezzo a una terribile tempesta. Quando il mare si calma, si ritrova su un’isola popolata da strane creature ed è consapevole di dove si trovi prima ancora di averne la certezza: è nel Regno di Morte.
Pian piano Sasja scoprirà che il regno di Morte è diviso in tre parti: Hilde, abitata da maiali, Sparta da cani e Arpiria da aquile. Tutti questi animali antropomorfi sono al servizio di Morte e lo adorano: ogni parte del regno ha una sua funzione nel servire Morte e tutti, pur non serbandone ricordo, sono arrivati sull’isola dopo la propria morte. Quando si muore infatti, come aveva detto Semilla, si diventa qualcos’altro: Morte arriva, “ti apre il guscio e tira fuori quello che si trova all’interno”, quindi un hildin, uno spartan o un’arpir.
Durante la sua permanenza nel regno di Morte, Sasja incontrerà tre piccoli amici che decideranno di accompagnarlo nella ricerca della madre, dandogli una grande mano e andando contro al volere dei propri genitori (la presenza di Sasja, infatti, è vista come una minaccia dagli abitanti dell’isola che cercano di fermarlo). Trine, la Principessa di Sparta e Höder (un amico per ogni regno) sono dei personaggi meravigliosi, capaci di grande coraggio e generosità. I tre, nonostante la loro giovane età e rispetto ai propri genitori (a parte la madre della Principessa di Sparta, altro personaggio controcorrente e positivo) scelgono autonomamente da che parte stare, anche se questo vuol dire andare contro i propri affetti e, in un mondo di adulti pronti alla guerra, rivendicano senza rendersene conto, con le loro spade di legno, il diritto al gioco.
Il romanzo di una grande sfida
La spada di legno è un bel romanzo che, oltre all’avventura, offre numerosi spunti di riflessione ai ragazzi e agli adulti, presentandoci una Morte ben diversa da quella solitamente rappresentata nella letteratura.
L’autrice Frida Nilsson, tra le principali autrici svedesi per ragazzi e vincitrice nel 2014 dell’Astrid Lindgren Prize, è presente nel catalogo Feltrinelli già con tre titoli (Mia mamma è un gorilla, e allora?, 2013; Dante, il ratto gigante, 2014; L’isola dei bambini rapiti, 2017), tutti nella collana Feltrinelli Kids, questo nuovo romanzo invece è edito nella collana Up, dedicata ai lettori più grandi.
Come una meravigliosa sintesi delle avventure di Sasja, la copertina di Paolo d’Altan presenta al suo interno diversi elementi che faranno parte del romanzo, e – a lettura finita – si offre più chiaramente alla sua lettura visiva.