Lorenzo Naia e Roberta Rossetti, La finestra, VerbaVolant Edizioni
Questa mattina mi è tornato in mente il giorno in cui ho scattato la foto che fa da sfondo al desktop del mio pc: una finestra che si affaccia sui tetti e sul mare di Antibes e che permette alla luce del giorno di entrare nella sala della Joie de vivre di Picasso.
Ho subito pensato che non poteva esserci occasione migliore per parlare di La finestra, un albo che improvvisamente mi è sembrato familiare, amico.
“Perché vivo quassù… E da qui posso vedere un sacco di cose”
Picasso una volta ha detto che “tutti i bambini sono degli artisti nati” e che “il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”.
Ma come si fa a restare artisti da grandi?
Forse serve provare a essere un po’ bambini dentro e, ogni tanto, giocare a immaginare storie, personaggi, situazioni che vivono solo nella nostra mente.
Ma, concretamente, cosa bisogna fare?
Una delle risposte a questa domanda ce la offre Lorenzo Naia con La finestra (VerbaVolant Edizioni), in cui si dice chiaramente che guardare il mondo (e inventarsene uno nuovo) da una finestra è la cosa più divertente, appagante, emozionante che si possa fare quando non si ha niente da fare.
Il protagonista è un bambino che racconta in prima persona ciò che vede dalla finestra della sua stanza al diciottesimo piano di un edificio: duemilaottocentonove automobili passare in un’ora; un ragazzo e una ragazza leggere un libro ogni giorno seduti sulla stessa panchina; i bambini giocare al parco; l’apertura dei negozi sotto casa la mattina.
Ma il nostro piccolo amico non è solo: il bambino di fronte a lui gli fa CIAO con la mano e in men che non si dica i due diventano inseparabili e provano a giocare insieme nonostante la… distanza!
Sciabole spaziali, generatori di stelle, armature antiradiazione iniziano a viaggiare da un davanzale all’altro grazie a uno spago simile al filo degli acrobati.
Così la realtà al di fuori delle due finestre non è più quella di prima, bensì un mondo in cui bisogna difendersi da alieni, dinosauri e perfino dalla Luna!
Tre motivi per cui amare La finestra
Il messaggio
Se dovessi dare un nome al protagonista di La finestra sarebbe Giacomino.
Il pensiero corre veloce a Giacomo Leopardi, il poeta della siepe che, da bambino, intento a mirare interminati spazi di là da quella, annega dolcemente nella propria immaginazione.
Il mondo al di fuori del nostro sicuro spazio vitale fa paura nella misura in cui esercita su di noi il suo fascino.
Tutto ciò che possiamo vedere da lì dentro diventa il terreno su cui scatenare l’immaginazione e costruire mondi infiniti.
Guardare dalla finestra è, dunque, un esercizio per la mente, ma anche un gioco che aiuta i piccoli ad affrontare la paura della città e dei suoi pericoli.
Le illustrazioni
Alla bellezza dell’albo concorrono le illustrazioni in bianco e nero di Roberta Rossetti (di cui abbiamo già apprezzato gli acquerelli di Briciole e de Il nonnario e qui, invece, ritroviamo con una tecnica mista, gouache e matite) che dipinge le immagini di una tenera storia di scoperta e di amicizia seguendo il filo delle parole.
Ora si ride, ora ci si commuove e immagini e parole sono in perfetta sintonia.
Il formato
VerbaVolant ormai da tempo ci ha abituati ai formati più strani (ricordiamo i Libri da parati, da appendere al muro proprio come un quadro!).
Questa volta ci troviamo davanti a un albo verticale che sorprende nella forma a partire dalla copertina e dalla scelta di caratteri allungati che richiamano il formato del libro.
Sfogliarlo è come guardare da una finestra quello che accade al protagonista della storia.
Un libro alla portata di tutti
La finestra è un libro per tutti, ovvero uno stimolo per i più piccoli a guardarsi intorno per guardarsi meglio dentro e scoprire così la propria capacità di immaginare; infine un suggerimento per i più grandi affinché possano ritrovare la voglia e il tempo di sognare.
p.s. Sono di nuovo alla finestra del Musée Picasso. Non vorrei sbagliarmi ma mi è sembrato di scorgere un vascello di pirati all’orizzonte… brrr!!!