Ritorna in libreria con il titolo di Joker, un grande classico di Susie Morgenstern con una nuova traduzione a cura di Flavio Sorrentino e le illustrazioni di Giulio Castagnaro.
Da grandissima appassionata di burraco quale sono, non poteva non incuriosirmi un libro in cui, proprio il primo giorno di scuola, un maestro distribuisce una mazzo di carte a tutti i suoi alunni. Però non è un mazzo come gli altri, niente carte a fiori o picche, nel mazzo ci sono solo Jolly:
Jolly per rimanere a letto
Jolly per non andare a scuola
Jolly per non fare i compiti
Jolly per arrivare a scuola in ritardo
Jolly per copiare dal vicino di banco
E ancora:
Jolly per cantare
Jolly per ballare
Jolly per dare un bacio al maestro
E così via per tutto il resto del mazzo. I bambini non riescono a crederci, certo quel maestro era strano a partire dal nome: Biagio Natale.
Dopo aver letto questa storia vorrei usare anch’io dei Jolly e, in particolare, vorrei il Jolly per far leggere questo libro a tutti gli insegnanti di scuola primaria. Perché Biagio Natale è sì un tipo un po’ strambo, ma è soprattutto un maestro eccezionale. Pensate a una classe intera che, possedendo quella specie di passepartout, inizia l’anno scolastico con uno spirito completamente diverso. Alcuni bramano di usare i loro Jolly, altri sembra quasi che ne facciano collezione, altri ancora li usano ogni volta che possono e purtroppo alcuni li sprecano e basta. Il maestro Natale, proprio perché si chiama così, ama fare dei regali ai suoi alunni e gliene farà durante tutto l’anno. Per esempio regalerà loro il piacere della lettura o l’uso corretto della grammatica, la pazienza ma anche saper ballare il rock and roll! Peccato che la preside si aggiri per la scuola pronta a cogliere il maestro in fallo, e ci riesce più di una volta. Il maestro, allora, prepara un mazzo di Jolly anche per quella donna così severa e sola:
Un Jolly per fare qualcosa che ti piace
Un Jolly per sorridere
Un Jolly per fare un picnic
Un Jolly per un capriccio
La preside imparerà a usare i suoi Jolly? E, soprattutto, i bambini sono riusciti a capire qual è il modo migliore per usare i loro?
Questo libro bellissimo e a tratti commovente mi era finora sfuggito. Mi sono ritrovata immersa nella lettura come si fa coi grandi classici. Le illustrazioni poi ti fanno davvero vedere quello che stai immaginando. In questa storia c’è qualcosa di poetico che forse risiede in quell’inimmaginabile situazione in cui si mette il bambino di fronte alle responsabilità, al libero arbitrio, che invece di finire nel caos, finisce appunto in poesia.