Ci risiamo, proprio non riusciamo a stare con la testa fuori dai libri. Figuratevi se ci perdavamo l’occasione di intervistare Louis Sachar, in Italia per partecipare al Festival della Letteratura di Mantova, un vero gigante della letteratura per noi Kiddies.
Insignito dei più prestigiosi premi della categoria, dal suo esordio nel 1976 ha scritto oltre 30 libri tradotti in tutto il mondo, che raccontano gioie e dolori del diventare grandi. Il suo libro più famoso è Buchi nel deserto, pubblicato come tutti i suoi libri da Piemme Battello a Vapore, ma in occasione della sua gita a Mantova, Sachar presenterà l’ultima fatica.
S’intitola Il voltacarte ed è un romanzo di formazione ambientato nel mondo dei giocatori di bridge, in cui la scoperta di un segreto del passato porta alla luce la verità su se stessi.
Prima di godervi le domande, ecco quando potete trovare Louis Sachar a Mantova:
Giovedì 6 settembre – Mantova. L’autore partecipa al FESTIVALETTERATURA e presenta IL VOLTACARTE in occasione dell’incontro Temporary stories c/o Cappella del Palazzo del Mago. Ore 15.45. Con Paolo Bacilieri.
Venerdì 7 Settembre – Mantova – L’autore partecipa al FESTIVALETTERATURA e presenta IL VOLTACARTE in occasione dell’incontro Giochi da ragazzi in Piazza Virgiliana. Ore 10.45. Con Andrea Valente.
Venerdì 7 Settembre – Mantova – L’autore partecipa al FESTIVALETTERATURA in occasione dell’incontro sul translation slam c/o Chiesa di santa Maria della Vittoria. Ore 17.45. Con Flora Bonetti e Laura Cangemi.
- Che differenza c’è tra lo scrivere per i bambini di oggi e quelli degli anni 80 per i quali ha cominciato a scrivere?
Una delle differenze è che quando scrivo penso alla mia infanzia. Non credo che i bambini siano cambiati tanto da allora, quanto piuttosto le tecnologie e le loro attività tipiche. Col passare degli anni diventa più difficile di portare la mia esperienza di bambino nei miei protagonisti proprio perché cambia il loro contesto. Forse è cambiato il mio stile di scrittura: prima era più spontaneo ed energico nonostante adesso scriva meglio.
- Crede che l’elemento fantastico sia essenziale per far passare alcuni messaggi importanti ai giovani adulti?
Non cerco di predicare ai giovani, scrivo libri che in qualche modo sfidano la mente di chi legge. Il mio obiettivo principale quando scrivo è quello di scrivere una storia di intrattenimento. E con intrattenimento intendo far sì che il lettore pensi a cose alle quali non ha mai pensato prima, così può capire meglio sé e ciò che lo circonda. Così si trasmette un messaggio ma non sta in questo l’obbiettivo principale della mia scrittura.
- Come mai scrive esclusivamente per i bambini?
Direi che io scrivo quello che mi piace scrivere, cercando nello stesso tempo di rendere la mia prosa accessibile ai ragazzi. Poi io sono un adulto e non mi sorprende che altri adulti apprezzino quello che scrivo e che mi piace scrivere ma non ho mai scritto espressamente per i ragazzi o i bambini ma ho sempre cercato di scrivere quello che piacesse a me in tal modo da coinvolgere anche un pubblico più giovane.
- Lei ha scritto 3 serie più molti altri romanzi singoli. Quali differenze scrittorie ha trovato?
Alcune delle mie serie sono rivolte specificamente ai ragazzi e in quel caso devo sempre tener presente il livello di lettura, in altre mi sono concentrato sul modo in cui i personaggi si dovevano sentire. Ma a parte questo non credo di sia grande differenza tra le serie e i romanzi singoli: cerco sempre di rendere accessibile una storia che mi piace a pubblcii diversi.
- Le è mai capitato di dover scrivere e seguire due serie contemporaneamente? Com’è stato?
No, fortunatamente no. Non sono solito lavorare su più di un progetto alla volta.
- Qual è il personaggio tra i tanti che ha inventato che si è divertito maggiormente a scrivere?
Credo proprio Alton dal Voltacarte. E’ alla fine l’unico libro che ho scritto in prima persona e sono un po’ finito per essere Alton anche io.
- Com’è stata l’esperienza di vedere i suoi personaggi diventare di carne e ossa sullo schermo con Holes?
Non li vedo come in carne e ossa, vedo il libro e il film come due cose distinte. Mi è piaciuto il film e ho pure un piccolo cameo di qualche secondo ma non riesco a confrontarlo col libro.
- Se potesse scegliere un autore del passato con cui fare due chiacchiere chi sceglierebbe?
Adesso sto leggendo Marco Aurelio e penso proprio che sceglierei lui…sì, l’imperatore Marco Aurelio.
- Ci può consigliare un libro, una canzone e un film?
Il libro… Cat’s Craddle di Vonnegut. La canzone è Septerenian di Bob Dylan e il film 1000 clawns con Jason Robbard