Alice Broadway, Ink e Spark, Rizzoli
Confesso che a prima vista non mi aspettavo molto da questa nuova serie dell’emergente Alice Broadway. Quando ho avuto tra le mani il primo volume, Ink, non mi piaceva infatti la copertina (pura questione di gusti, a qualcun altro piacerà molto) e, leggendo la sovraccoperta, non mi convinceva neanche la trama:
Non ci sono segreti a Saintstone: dall’istante in cui si nasce, successi e fallimenti vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e giudicarli, come un libro aperto. E proprio un libro i morti diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai familiari, come antidoto all’oblio che è ancora più temibile della morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e con lui il ricordo di un’intera vita.
Questa storia della pelle asportata e rilegata mi sembrava troppo macabra e, unita al fondo nero della copertina, mi faceva sembrare tutto eccessivamente cupo.
Fortuna vuole che la curiosità e YouKid mi portino ad andare oltre le prime impressioni, perché mi sono davvero appassionata alla lettura di Ink e del suo seguito, Spark, pubblicato recentemente e sempre da Rizzoli. In attesa che esca il terzo volume, vi racconto – senza svelarvi troppo – di che cosa parlano i primi due libri della serie e ciò che mi è piaciuto.
Ink
Proprio mentre accade, Leora ci racconta la sua storia. Ha sedici anni e tramite i suoi ricordi sappiamo qualcosa in più sulla sua famiglia e sul suo passato, attraverso i suoi occhi vediamo e conosciamo Saintstone, il luogo in cui vive da sola con la madre, dopo la morte del padre.
Scopriamo subito come a Saintstone i marchi siano una parte fondamentale della vita e il primo tatuaggio – quello del nome – deve avvenire pochi giorni dopo la nascita. A quello, poi, seguiranno molti altri, ognuno per raccontare un momento importante della propria vita, nel bene o nel male.
Se i cittadini di Saintstone sono marchiati, fuori dai confini del suo governo vivono gli intonsi, la cui pelle è libera da alcun marchio e la cui presenza risuona, sin dalle prime pagine, come una minaccia.
Per i marchiati, l’avere la propria storia scritta sulla pelle fa sì che non ci sia paura della morte: una volta morti la storia della propria vita, tramite la pelle asportata e rilegata, viene conservata per sempre. Gli abitanti di Saintstone hanno in casa i libri di pelle con le storie dei propri antenati. Non tutto è leggibile in maniera semplice, anzi, spesso i marchi nascondono un significato al di là di quello superficiale. Per questo esistono delle figure – i lettori, come la madre di Leora – in grado di leggere ciò che un tatuaggio dice in merito al cuore di una persona.
Come un lettore, anche Leora ha il dono di leggere la gente, ma il suo sogno è quello di diventare un tatuatore, ruolo per il quale dimostrerà da subito una spiccata dote quando comincerà il suo tirocinio presso lo studio di Obel, uno dei tatuatori più famosi e stimati di Saintstone (e uno dei personaggi più affascinanti di Ink).
Leora è impaziente di portare a casa il libro del padre, ma prima di poter riposare nella casa della propria famiglia d’origine ogni libro deve superare la cerimonia della pesatura, durante la quale la gente al governo, studiando i marchi di ogni libro, decide se il cittadino ha condotto una vita abbastanza degna. I degni possono tornare a casa con i propri cari e la loro anima è salva, in caso contrario “Se non sei giudicato degno, la tua anima viene distrutta tra le fiamme insieme al tuo libro”.
Leora è certa che suo padre passerà la cerimonia della pesatura senza problemi, invece la sua morte sarà solo l’inizio di una lunga strada di rivelazioni e scoperte.
Spark
Nel secondo volume Leora, una volta lasciata Saintstone, arriva a Featherstone, dove vivono gli intonsi (leggendo Ink scoprirete il perché).
Inizialmente, per proteggere le persone a lei care, accetta di fare da spia, come le è stato richiesto dal sindaco di Saintstone, ma ci mette poco tempo a capire che tutto ciò che le è sempre stato raccontato sugli intonsi non corrisponde a verità.
Inaspettatamente, la ragazza si ritrova infatti all’interno di una comunità molto unita e povera, profondamente democratica, diffidente nei suoi confronti, ma allo stesso tempo pronta ad accoglierla almeno fino a quando darà prova di meritare fiducia.
Presto scopre che la famiglia che la ospita è la famiglia di Obel, che non sa nulla del figlio da quando ha lasciato la propria casa (e durante la sua permanenza Leora scoprirà anche perché l’ha lasciata).
La terra dove vivono gli intonsi è arida e ostile, non permette loro di avere il necessario per vivere; la loro sopravvivenza deve tutto agli incursori – che derubano Saintstone di alcuni beni primari, dal cibo alle medicine – e ai corvi – ovvero gli abitanti di Saintstone ribelli e simpatizzanti con gli intonsi.
Un tempo la vita per gli intonsi non era così dura, quando abitavano a Saintstone, ma sono stati perseguitati e cacciati, chi non è riuscito a fuggire è stato ucciso. Secondo la storia dell’Atto di Reinsediamento conosciuta da Leora, invece, sarebbero stati gli intonsi a scegliere l’isolamento e l’autonomia.
Restando a Featherstone Leora approfondisce la conoscenza di coloro che è abituata a chiamare intonsi, fa amicizia con Gull, la sorella di Obel, conosce delle nuove tradizioni e dei nuovi rituali, ascolta le storie che hanno fatto parte della sua educazione da un altro punto di vista, aprendo così gli occhi su una realtà diversa da quella a cui ha sempre creduto e riempiendosi di domande e dubbi.
Si troverà presto a essere la pedina di una trama complessa, molto più grande di lei, che si svelerà completamente solo nel terzo volume, ancora inedito.
Ogni storia racchiude in sé due verità
Se Ink mi aveva già convinto, devo dire che Spark mi ha appassionato. La costruzione di questi romanzi all’interno di due realtà differenti permette il confronto tra diversi punti di vista. Già in Ink Leora si ritrova – pian piano – a mettere in dubbio le certezze con cui è cresciuta, le parole su cui si è basata la sua educazione e la sua stessa famiglia. In Spark la ragazza ascolta dalla voce degli intonsi le storie che le sono state raccontate sin da bambina: sono storie che conosce bene, ma in una versione differente. La prima reazione è quella del rifiuto, ciò che le viene narrato le sembra una bugia a cui non vuole credere. Poi si rende conto che deve mettere in discussione tutto ciò che sa, ma non è semplice: chi ha ragione? Anche la versione degli intonsi non corrisponde pienamente alla verità e capire da quale parte stare è complicato, perché Leora appartiene sia ai marchiati che agli intonsi, in entrambe le comunità ci sono parti del suo cuore e della sua vita. La tensione tra i due popoli, però, è sempre più forte – chi spinto dalla fame e dalla disperazione e chi spinto dalla paura del diverso, sapientemente coltivata da chi è al potere – e sembra inevitabile una vera e propria guerra, ad armi impari, perché gli intonsi sono un popolo povero di forze e di mezzi.
A differenza di altri romanzi distopici, in questi due volumi il ritmo della narrazione è abbastanza lento. Pur non mancando i colpi di scena e scene di azione, un grande peso è dato ai pensieri di Leora, ai suoi sogni e alla narrazione di storie. Queste ultime sono alla base delle comunità degli intonsi e dei marchiati e hanno portato alla fondazione di realtà profondamente rituali.
Pur essendo due comunità apparentemente (anche se in maniera diversa) democratiche, sia a Saintstone che a Featherstone c’è qualcuno che muove le trame da dietro le quinte e soprattutto a Saintstone, dove si respira aria di dittatura, ognuno è chiamato a svolgere dei ruoli ben definiti (lettori, tatuatori, scuoiatori…), sotto l’attento controllo del governo.
Oltre alla riflessione sulla memoria – soprattutto in Ink, dato che ai marchiati giudicati indegni viene negato il diritto alla memoria – nei due volumi scopriamo la diversa concezione della persona che hanno i marchiati e gli intonsi.
Per i marchiati, gli intonsi hanno qualcosa da nascondere, e il primo impatto di Leora con gli intonsi è abbastanza violento:
La loro pelle intonsa, vuota, mi colpisce come uno schiaffo; sono scoperti ma sembra il contrario, come se volessero coprire qualcosa di orribile. […] Non mi sono mai sentita così oscenamente esposta, così a nudo. E così terrorizzata, aggiunge il mio cuore martellandomi in petto, non mi sono mai sentita così terrorizzata.
Per gli intonsi invece i marchi non sono tutta la verità, anzi spesso la stravolgono o la nascondono.
Ink e Spark mettono al centro la forza delle storie, alla base di due popoli, e mostrano anche come queste possano essere manipolate a scopi politici, facendo crescere la paura dell’altro e creando tensioni e conflitti. Un tema molto attuale, che rende la lettura ricca di spunti e riflessioni.