Ciao Kidz, vi riporto in India con questa storia dal titolo Il Testimone:
«Vivevano un tempo, nella città di Lahore, due uomini. Uno si chiamava Santuram ed era onesto e gentile, l’altro Anturam ed era disonesto e bugiardo. Nonostante la diversità di carattere i due erano amici fin dall’infanzia. Fu proprio in nome della loro antica amicizia che Anturam si recò un giorno da Santuram e gli chiese in prestito cento rupìe. Ne aveva urgente bisogno e prometteva di
restituirle al più presto. Il tempo passava e Santuram pregava inutilmente l’amico di restituirgli il denaro prestato.
Alla fine, disperato, fu costretto a rivolgersi al giudice. Quando furono in tribunale Anturam dichiarò, sotto giuramento, di non aver mai ricevuto prestiti dall’amico, e che era assai turbato per il modo in cui questi mentiva.
Il giudice si rivolse a Santuram:
«Hai un testimone a tuo favore? Chi era presente quando hai consegnato il denaro?»
Nessuno purtroppo aveva visto Santuram dare le cento rupìe all’amico. La consegna era avvenuta in un bosco fuori città, sotto un grande albero. Naturalmente l’altro negò anche questa circostanza.
Né boschi, né alberi, né denaro, disse, erano~ tutte menzogne di una persona che aveva creduto amica e invece voleva il suo male.
Il giudice meditò un poco, poi decise in questo modo:
«Dal momento che nessuno di voi recede dalla propria versione dei fatti, è necessario che si presenti davanti a questo tribunale
un testimone. Tu, Santuram, devi andare nel bosco, ritrovare l’albero ai piedi del quale hai consegnato il denaro e portarlo qui. Io e Anturam ti aspetteremo ».
«Eccellenza » rispose il poveretto, sbalordito da quella richiesta singolare, «le piante non parlano e non camminano. È una cosa che sanno tutti. Come posso fare?»
«Ti darò un biglietto e vedrai che l’albero verrà a testimoniare.»
Il giudice scrisse un biglietto e Santuram se ne andò nel bosco. Anturam rimase invece con il giudice. Questi, dopo un po’ di tempo, finse di spazientirsi ed esclamò:
«Quanto tempo ci mette! Non posso passare tutta la giornata aspettando un testimone!»
Anturam abboccò alla trappola del giudice astuto:
«Eccellenza, abbiate un po’ di pazienza. È un posto abbastanza lontano, ci vuole un’ora per andare e una per tornare».
Dopo circa due ore infatti Santuram era di ritorno, assai triste e abbacchiato. Aveva messo il biglietto davanti all’albero, l’aveva pregato e supplicato ma questo non aveva mosso un passo nè aveva detto parola. Le sue speranze di ottenere giustizia erano svanite.
«Ti sbagli, Santuram, il tuo testimone è già venuto in tribunale e io posso emettere la mia sentenza» dichiarò il giudice.
«Ordino che Anturam ti renda il denaro che gli hai prestato e sconti un anno di prigione per aver testimoniato il falso.»
«Ma, Eccellenza, di quale testimonianza state parlando?» ribatté il bugiardo. «Sono sempre rimasto con voi, durante queste due ore, e qui non si sono visti né albero né testimone.»
«Grandissimo sciocco, sei stato tu a testimoniare contro te stesso» disse il giudice.
«Come potevi sapere quanto tempo occorreva a Santuram per andare e tornare se non eri mai stato in quel bosco e non avevi mai visto quell’albero?»
Fu così che un testimone muto e assente permise alla verità di trionfare».
La verità, come vedete, trova sempre il modo di venir fuori e di farsi ascoltare, persino attraverso un albero!