Kevin Sands, Il marchio della Peste, Il codice Blackthorn 2, Rizzoli
Quando ho letto Il codice Blackthor (trovate la mia recensione qui) sono rimasta molto colpita dal mix perfetto di fantasy, enigmi e azione: l’autore, Kevin Sands, ha saputo mescolare benissimo tre ingredienti difficili, creando così una trama ricca di colpi di scena, con la giusta dose di mistero e oscurità, adatta sia a ragazzi che ad adulti. Questa tendenza non è stata disattesa nel secondo volume della serie che, come il primo, mi è piaciuto moltissimo.
La storia inizia con la tragedia della peste nera che si abbatte su Londra, mietendo le sue vittime. Il cibo scarseggia anche se, per fortuna, Christopher ha il suo amico Tom, figlio di un panettiere, ad aiutarlo. Ben presto, il ragazzo si ritrova al centro di un intrigo nel quale sembrano avere la loro parte alcuni ambigui personaggi: Melchior, un medico della peste, che indossa una maschera a becco di uccello e che profetizza le morti con assoluta precisione; Galen, che afferma di aver trovato una cura per l’epidemia. A Christopher, che alla fine del primo volume ha ereditato il negozio del suo maestro, viene dato l’incarico di preparare l’antidoto. Ma qualcuno tenta di uccidere lo speziale. Christopher e Tom dovranno anche questa volta essere veloci a capire chi è il colpevole e a individuare tutti i fili della complicata matassa che si stringe attorno a loro: è una nuova congiura da sventare.
Accanto ai due, il che rappresenta una novità rispetto al libro precedente, è introdotto un personaggio nuovo, Sally. Ho apprezzato molto l’introduzione nella storia anche di un personaggio femminile, anche se resta un po’ defilata rispetto ai due maschili.
Il marchio della peste è un romanzo ricco di azione ma anche di emozione: la figura del vecchio maestro di Christopher è ancora presente nella storia, ed è a lui che il giovane Christopher fa riferimento nei momenti di difficoltà. Importantissima anche la presenza di Tom, amico e ormai socio insostituibile. Come già accaduto nel primo volume, anche in questo l’autore si diverte a disseminare le pagine di indizi, all’inizio incomprensibili, ma man mano sempre più chiari, tessere di un puzzle che portano alla soluzione finale, quando tutto andrà a posto e l’immagine sarà chiara per tutti.
I colpi di scena sono tantissimi e rendono la lettura appassionante, ma è un romanzo anche molto oscuro, a tratti inquietante, pervaso da un senso costante di terrore per la malattia, per le piaghe, per il manifestarsi della peste, il che rende la preoccupazione per ogni personaggio tangibile, snervante perfino.
Tantissimi i dettagli storici, che rendono la storia credibile anche se non pesante, grazie al ritmo dato dal linguaggio sempre molto immediato di Kevin Sands. Spero ci siano ancora molte altre avventure per Christopher e i suoi amici.