Il grande litigio di Tito e Pepita è un albo che, a prima vista, non mi aveva colpito particolarmente, per poi vincere alla prova del nove, ovvero quando io e Michele (2 anni da pochi mesi) abbiamo cominciato a leggerlo: il sorriso sul suo viso sin dalla prima lettura e come ha continuato a porgermelo nei giorni successivi – o a sfogliarlo da solo – non hanno avuto bisogno di ulteriori convincimenti. Giorno dopo giorno, ci divertiamo molto cercando di imitare i due protagonisti della storia sempre più arrabbiati.
Complice di questo successo è certamente il fatto che l’albo si presta molto bene per la lettura ad alta voce, grazie anche al crescendo di tensione e rabbia che si legge sul muso dei due protagonisti oltre che nelle parole che si scambiano l’un altro, prima che ogni conflitto si sciolga nella dolcezza del finale.
La guerra di Tito e Pepita
Tito e Pepita sono due piccoli criceti che vivono sulla sponda di un fiume, uno di fronte all’altro, su rive opposte. Le loro tane sono separate dall’acqua e da una serie di sassi che rendono possibile attraversare facilmente il corso d’acqua, ma i due se ne guardano bene, preferiscono guardarsi in cagnesco da lontano. Entrambi, infatti, si detestano, anche se non c’è un motivo reale alla base di quest’odio. Eppure sembra proprio irrefrenabile, tanto che un giorno Tito decide di mandare a Pepita una lettera scritta su una foglia per farle sapere ciò che pensa di lei.
Comincia così una guerra via corrispondenza: i due si scambiano insulti in rima, a suon di caccole, cacche, puzze e puzzette, ogni giorno più rabbiosi e alla ricerca dell’offesa che metta a tacere l’avversario.
Quando una mattina Tito si sveglia senza trovare alcuna poesia fuori dalla sua tana, inizialmente pensa che alla sua nemica sia solo mancata l’ispirazione, poi, con il passare dei giorni, comincia a preoccuparsi e così va a vedere come sta Pepita e la trova sola e malata. Senza pensarci su un attimo, decide di fermarsi da lei per prendersene cura. In fondo, questa Pepita non è poi così male…
Conoscersi
L’ostilità che si scatena tra Tito e Pepita non ha una motivazione, ma nasce dal loro non conoscersi e si alimenta poi, seppure in negativo, con il bisogno di comunicazione, Tito, infatti, si sente solo e vuoto quando comincia a non ricevere le lettere di Pepita, anche se piene di insulti. Per quanto sia divertente la lettura delle poesie rabbiose, il finale dolce e rassicurante, scioglie i nodi di tensione anche del lettore, rendendo in qualche modo la lettura catartica un po’ per tutti. Amalia Low, autrice e illustratrice di padre colombiano e madre giapponese, si occupa da anni di promozione della lettura e della letteratura per l’infanzia in Colombia, dove questo album ha registrato un record di vendite. Potete conoscerla un po’ meglio grazie alle ormai classiche dieci domande della casa editrice.
Però prima, se volete un po’ di buonumore, vi consiglio di vedere questo video qui: