Più atteso di Babbo Natale, Bruce Springsteen è tornato, dopo solo un anno, in Italia. I più fortunati di voi l’avranno già visto a Napoli, il 23 maggio, oppure il 31 a Padova. Oggi, 3 giugno, è tutto pronto per accoglierlo a Milano, nello Stadio di San Siro, infine l’11 luglio a Roma, all’Ippodromo delle Capanelle, dove sarò in prima fila anche io!
I più fortunati di voi, dicevamo, l’avranno già visto, perché non sono pochi i kids che ho incontrato (in compagnia di mamma e papà) durante i suoi ultimi concerti. Anzi, ce ne sono anche alcuni che hanno avuto la fortuna di salire sul palco e cantare con lui. Non ci credete? Guardate qui che cosa è successo a Firenze, nel giugno dell’anno scorso, sotto la pioggia:
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In realtà siete fortunati anche se non lo conoscete ancora, perché così avete tutto un nuovo mondo da scoprire (e, ve lo assicuro, è un mondo bellissimo).
Ecco qui i primissimi passi per conoscere insieme questo grande cantautore americano.
Springsteen è nato nel 1949, nel New Jersey; suo padre era di origini olandesi, mentre la madre (la mitica signora Adele!) è di origini italiane, la sua famiglia era infatti emigrata negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento, da Vico Equense, in provincia di Napoli.
L’infanzia e l’adolescenza di Bruce non sono state delle più semplici, a causa delle condizioni economiche precarie della famiglia e dei rapporti spesso conflittuali con il padre. Ma la musica ha cambiato presto le carte in tavola del suo destino: dopo i primi tentativi, non sempre di successo, come l’esperienza della band The Castiles, Bruce si fa notare nel New Jersey, ad Asbury Park (luogo di villeggiatura nell’East Coast ) dove ha modo di esibirsi nei locali sparsi lungo la costa, e in particolare nell’Upstage Club. Qui nasce tutto, anche l’incontro con i musicisti che lo seguiranno dal primo album a oggi (con una breve parentesi negli anni novanta e vari cambiamenti rispetto alla formazione originaria) e che, dal 1974, prenderanno il nome di E Street Band.
Dopo Greetings from Asbury Park, N.J., il primo album, apprezzato soprattutto dalla critica (nel 1973), il successo vero e proprio arriverà con il suo terzo lavoro Born to Run, nel 1975. Da lì in poi fermarlo sarà impossibile, soprattutto dal vivo. Non è un caso che si dica che “Il mondo si divide in due: chi ama Springsteen e chi non l’ha mai visto dal vivo”. Andare a un suo concerto è un’esperienza unica: più di tre ore di musica, tantissima energia dal palco alla folla, dalla folla al palco. Insomma: rock e felicità a piene mani!
Di solito scelgo che cosa ascoltare anche a seconda dell’umore del momento, con Springsteen questa regola non vale.
Siete felici? Farà cantare la vostra gioia
Siete un po’ tristi? Vi farà sentire meno soli.
Siete innamorati? Fate bene: due cuori sono meglio di uno!
C’è qualcosa che vi preoccupa e avete bisogno di un po’ di coraggio?
Lui vi invita a uscir fuori, ad afferrare i vostri sogni, a credere nella possibilità di farcela.
Ma potrei stare qui delle ore, e non basterebbero.
Le sue canzoni raccontano storie che vanno ben oltre le semplice esperienze personali. È come un cantore antico, il suo narrare è epico, partendo dal sogno americano, dai fallimenti e dalle cadute e ci ricorda che ci si può rialzare sempre.
Insomma, cari kids, avrete capito, alla fine, che sono un po’ innamorata di quest’uomo, ma è un amore privo di gelosia, quindi vi consiglio di ascoltarlo: fa bene alla vita.
Ricordatevi, come canta lui in No surrender:
We learned more from a three minute record / than we ever learned in school
ovvero:
Abbiamo imparato più da un disco di tre minuti / che da tutto quello che abbiamo studiato a scuola.