A volte non ci si rende conto della mancanza di qualcosa fino a quando non ce la troviamo davanti e solo dopo pensiamo: però! Questa cosa qui può essere utile/bella/interessante.
E subito dopo viene spontaneo anche chiedersi: chissà perché nessuno ci aveva mai pensato prima!
Questi sono i primi pensieri che mi sono venuti in mente dopo aver partecipato, il 27 marzo, nell’ambito di Bologna Children’s Book Fair, alla presentazione dell’ICWA.
ICWA se letto i-ci-uà, come propone la presidente della neonata associazione, Manuela Salvi, ci riporta al significato giapponese di "prima parola"; in realtà ICWA sta per Italian Children’s Writers Association e si tratta, appunto, della prima associazione italiana di scrittori per bambini e ragazzi.
Tutto prende il via circa un anno fa, da una mail inviata da Manuela Salvi a un gruppo di colleghi per mettere in discussione questa idea, nata soprattutto osservando ciò che accade all’estero da molti anni a questa parte. L’inizio non è dei più semplici perché c’è chi crede da subito nelle potenzialità di creare una rete ma c’è anche chi ritiene il progetto inattuabile, nel mezzo ci sono gli indecisi o poco convinti. Dopo due riunioni, la prima a Rimini e la seconda a Mantova (durante il Festival della Letteratura), e dopo la fondazione ufficiale nell’ottobre del 2012, all’interno della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna ci sono stati due momenti importanti: il 26 marzo l’incontro con la delegazione svedese (la Swedish Writers' Union ha una storia molto più lunga, nasce nel 1893), per una tavola rotonda dal titolo Organizing people and words – a way to gain together, e il 27 marzo la presentazione ufficiale dell’associazione.
L’incontro con la delegazione svedese sembra proprio essere di buon auspicio dato che uno dei principali obiettivi dell’associazione è quello di recuperare, nell’ambito della letteratura per l’infanzia e ragazzi, un ruolo internazionale, proponendo autori italiani all’estero, soprattutto nei paesi di lingua anglosassone, un mercato difficile non per l'assenza di buone proposte ma per problemi legati alla mancanza di traduzioni (di cui spesso le case editrici non si fanno carico).
Insieme a Manuela Salvi, hanno preso parola Anna Vivarelli, vice-presidente dell’associazione a cui spetta anche il compito – non semplice – di occuparsi dei rapporti con gli editori e Chiara Lossani, responsabile del rapporto con le biblioteche.
Ascoltando la presentazione del progetto, oltre all’entusiasmo e alla forte motivazione (senza cui non si va poi molto avanti), quello che mi ha colpito è una visione di insieme, di organicità, per cui l’ICWA sembra sapere bene che per costruire una casa bisogna pensare alle fondamenta. Ciò che è in campo qui non è la promozione del singolo, ma un soffermarsi sui problemi comuni e una crescita culturale che non riguarda solo gli autori (anche per questo all’estero le associazioni come ICWA ricevono finanziamenti governativi). Oltre ai rapporti con le biblioteche e con gli editori, l’associazione curerà i rapporti con le scuole (il cui responsabile è Guido Quarzo) e con le istituzioni (responsabile Pino Pace), ma è anche in cantiere un Progetto Sud (responsabile Annamaria Piccione) per porre attenzione a quelle che, purtroppo, sono ancora le innegabili diseguaglianze di offerte e possibilità all’interno del nostro Paese.
In fase di costruzione, è comunque già on-line il sito dell’associazione in cui troverete i nomi e, presto, le schede degli autori già iscritti (una cinquantina, spaziando da chi ha in cantiere solo una prima pubblicazione e chi invece – come Roberto Piumini, per esempio – ha già diversi libri e un bel po’ di esperienza alle spalle), le bibliografie degli autori soci, le informazioni sull’ICWA e quelle che saranno le sue attività. Tra queste (a scopo di promozione e autofinanziamento) sarà presto in vendita l’ebook Pinocchiate d’autore che raccoglie quaranta racconti scritti dai soci dell’associazione. Qui autori famosi e colleghi più giovani si divertono a narrare il ricordo di una loro pinocchiata memorabile, riportandoci alla mente, oltre all’infanzia, la figura di Pinocchio, per non dimenticare come la letteratura per ragazzi italiana possa esser capace di affrontare viaggi lungi in giro per il mondo.