Ormai il mercato editoriale YA ci ha abituato al racconto dei sentimenti in grande stile.
La qualità narrativa di John Green, Jandy Nelson, Jennifer Niven, Rainbow Rowell sono ormai uno status a cui gli autori emergenti guardano come esempio: per una volta un trend editoriale ha dato vita a un circolo virtuoso.
Non solo quello del “ben leggere” degli adolescenti, ma anche del “ben scrivere” di autori che si dedicano esclusivamente a una fetta di pubblico che anela storie, e in particolare storie a cui ispirarsi per le proprie vicende di vita.
Si chiamava romanzo di formazione, ma l’etichetta è ormai desueta in una società intensissima, dove sentimenti amplificati dai meccanismi di condivisione devono essere assimilati in brevissimo tempo, perché la loro successione è continua, incessante.
In questo contesto i libri che parlano di emozioni, vissuti interiori grandissimi sono una necessaria bolla di decompressione per i ragazzi, che stoppano il mondo per ritrovarsi nelle vite dei personaggi che si svelano sotto ai loro occhi pagina dopo pagina e con loro mettono ordine a una vita interiore che spesso si accorgono solo in quel momento di avere.
Ecco in quale contesto è uscito il 24 novembre per Rizzoli I nostri cuori chimici (il riferimento però è alla chimica del cuore, non alle droghe come questa traduzione potrebbe far pensare) dell’autrice australiana Krystal Sutherland. I protagonisti sono Henry e Grace, accomunati da un amore che poggia le sue radici nell’enormità del lutto. Una perdita, una separazione, gigantesca per entrambi, che ha però il pregio di unirli. Romantico, di una gentilezza spiazzante lui, misteriosa, diversa, lei.
Questa cronaca della vita di due ragazzi di oggi è fluida, leggera, così contemporanea che sembra scorrere naturale eppure così accattivante, fa lo stesso effetto calamita di quando si legge un diario personale… magari il proprio di qualche anno prima, piuttosto che uno altrui di soppiatto!
Tuttavia l’immediatezza e la voglia di saperne di più di due esistenze speciali proprio perché unicamente ordinarie, la voglia di sentirsi portatori di qualcosa di grande e non solo la tessera di un mosaico prestabilito, come sembra che gli adulti pretendano, è un balsamo per la mente e soprattutto per il cuore prorompente dei giovanissimi, che stanno prendendo le misure di un mondo nel quale si preparano ad entrare, dove i meccanismi di azione e reazione, causa ed effetto, sfuggono ai loro ragionamenti emotivi ancora poco contaminati.
E quindi sì, ben vengano i vissuti amplificati delle anime gemelle di turno, il loro sentire amplificato, la loro esternazione amplificata del tumulto che hanno dentro, se servono – e servono – ai loro lettori, fosse anche solo per una purificazione catartica, quella magia dell’arte ben fatta che azzera tutto e rende più facile e ispirata la ripartenza.
Buona lettura allora!