Hank Zipzer. Tiratemi fuori dalla quarta!, di Henry Winkler e Lin Oliver, illustrazioni di Giulia Orecchia (Uovonero)
Conoscete Hank Zipzer?
Al suo nome è legata una fortunata serie scritta da Henry Winkler e Lin Oliver (arrivata anche sugli schermi grazie a Hank Zipzer – Fuori dalle righe, serie televisiva britannica trasmessa in Italia da Disney Channel a partire dal 2015).
Lin Oliver è una scrittrice di libri per bambini e produttrice di serie tv (sempre per bambini), impegnata dal 2002 nella scrittura a 4 mani della serie che vede come protagonista, appunto, Hank Zipzer.
Henry Winkler è un nome che ai bambini di oggi dirà poco e forse anche ai più grandi, ma parlando invece di Fonzie, il personaggio da lui interpretato nella serie televisiva Happy Days, subito ritorna in mente la sua figura in jeans, giacca di pelle nera, maglietta bianca e pollice in alto.
Winckler è molto attivo dal punto di vista sociale, soprattutto per quanto riguarda l’infanzia, è stato infatti tra i principali sostenitori della My way! una campagna del governo britannico per sensibilizzare sulla condizione dei bambini con problemi di apprendimento, in particolare la dislessia. Winckler, dislessico, ricorda bene quanto sia stato difficile per lui il periodo degli studi; ai suoi tempi i professori non avevano idea di che cosa fosse la dislessia e così le sue difficoltà venivano scambiate per pigrizia e stupidità… Conoscendo molto bene quale possa essere lo stato d’animo di un bambino dislessico soprattutto in classe nel confronto con i compagni, Winkler sottolinea ancor con più forza, per chi vive questa difficoltà e per chi non ha idea di che cosa sia la dislessia, che un diverso modo di imparare non rende qualcuno meno stupido e ogni bambino (così come ogni insegnante) dovrebbe esserne cosciente.
Come Winkler, anche Hank Zipzer è un bambino dislessico, è lui in prima persona a raccontarci le sue avventure e così scopriamo che pur avendo qualche difficoltà nello studio Hank è un ragazzo molto intelligente, ironico e divertente. Ma l’anno scolastico sta per finire e Nick La Zecca McKelty, un compagno di classe, gli ha messo un terribile dubbio in testa:
«Scordatelo, Testa di Zipper» ha sussurrato.
«Non vedrai la quinta. Lo sanno tutti che ti bocceranno, idiota.»
Hank razionalmente sa che McKelty non può sapere nulla della sua promozione o bocciatura, eppure potrebbe avere ragione: i suoi voti non sono alti, ha 4 in 4 materie, ha difficoltà a scrivere correttamente, con la matematica… il rischio però è quello di ritrovarsi in classe con la sorella minore e il suo amico secchione. Un incubo.
Sbirciando sul registro (impresa per nulla semplice), la situazione non migliora perché accanto al suo nome Hank trova una parola terribile: rifare.
Può cambiare qualcosa evitando che i propri genitori incontrino la maestra? Hank pensa di sì, e per questo, complici i due amici più cari, Frankie e Ashley, e persino con il sostegno di Emily, la sorella, escogita un piano per allontanare mamma e papà nel giorno del colloquio insegnanti-genitori: un biglietto gratuito per il concerto degli Stone Cold Rock a Philadelphia, città abbastanza lontana da New York da evitare brutte sorprese.
Ma basterà convincere il padre pantofolaio e appassionato di cruciverba a partire per potersi considerare salvo?
Non è così semplice, Hank.
Il libro è progettato per agevolare la lettura anche per bambini dislessici, per questo è utilizzata una font senza grazie (Verdana), il testo è allineato a sinistra, privo di divisioni sillabiche nelle parole, l’interlinea è superiore al normale, con una maggior spaziatura tra i paragrafi e doppio spazio tra i periodi, inoltre aiuta la lettura anche l’utilizzo di carta avoriata e una mappa dei personaggi.
Attraverso il racconto di Hank capiamo meglio quali possano essere le difficoltà incontrate da un bambino dislessico così come un bambino dislessico potrà ritrovarsi nelle sue stesse parole:
Ho riso. Cugino Ralphie era sempre molto divertente e pieno di parole. Dev’essere meraviglioso avere sempre le parole giuste sulla punta della lingua come lui, senza mai dover rincorrere un pensiero. Io sono sempre in cerca, della parola giusta, di una parola qualunque. Il mio cervello non funziona così bene. È più come una grotta scura e rocciosa, dove le parole e i pensieri si nascondono dietro i massi. E io sono lì dentro che li cerco senza neanche una pila.