Viaggiando con i cantastorie è la rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Edmondo De Magistris” di San Nicolò Gerrei in provincia di Cagliari. Il nostro istituto comprende le scuole di Armungia, paese natale di Emilio Lussu, Ballao bagnato dal placido Flumendosa, Goni e i suoi menhir, San Basilio dove potrete ammirare i resti delle terme romane, San Nicolò Gerrei con i suoi meravigliosi scorci, Sant’Andrea Frius all’ombra dei mandorleti, Silius protetto dal suo splendido castello medioevale e Villasalto, un suggestivo borgo minerario.
Oggi pubblichiamo la lettera che i ragazzi della classe 2ªA di San Nicolò Gerrei hanno voluto inviare a Franco Perlasca e alla sua Fondazione in occasione del Giorno della Memoria dopo aver visto un documentario sulla vita di suo padre, Giorgio Perlasca. Ringraziamo i ragazzi della 2ªA per la loro lettera e Franco Perlasca per averci concesso la pubblicazione della sua risposta.
La lettera dei ragazzi
Caro Franco Perlasca,
siamo gli alunni della 2ª A della scuola media “E. De Magistris” di San Nicolò Gerrei, un piccolo paese della provincia di Cagliari in Sardegna. In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, abbiamo visto un documentario sulla vita di suo padre “Giorgio Perlasca”.
Il documentario ci ha colpito tantissimo, soprattutto il coraggio di suo padre, che non ha esitato a fingersi un’altra persona pur di salvare altre vite. Pur essendo un fascista non ha esitato ad abbandonare questa ideologia quando ha visto che non aveva rispetto degli esseri umani. Suo padre ha mentito, si è fatto passare per un’altra persona è diventato un console spagnolo, tutto perché non è scappato mettendo a rischio la sua vita. Tornato in Italia non ha raccontato a nessuno la sua storia nemmeno a lei che era suo figlio. Solo grazie a delle donne ungheresi salvate dall’Olocausto si è potuto scoprire il coraggio di suo padre, ma soprattutto la sua umiltà. Giorgio Perlasca non pensava di essere un eroe, ma di aver fatto semplicemente il suo dovere: aiutare le persone in difficoltà. Questa storia rimarrà per sempre nei nostri cuori e non smetteremo di ringraziare suo padre un eroe per caso, un uomo grande e generoso. Con simpatia i ragazzi della 2ªA
Alessia, Simone, Viola, Giovanni, Angelica, Roberto, Ludovica, William, Giorgia, Filippo e Vincenzo
La risposta di Franco Perlasca
Cari ragazzi,
ringrazio voi e i vostri insegnanti per la bellissima mail che mi avete inviato. In effetti la storia di Giorgio Perlasca è molto particolare e affascinante; dall’inventarsi un ruolo non suo, quello di diplomatico spagnolo lui che non era né spagnolo né diplomatico e riuscire così a salvare oltre 5200 ungheresi di religione ebraica, ai 45 anni di silenzio, al suo testamento spirituale.
Questo testamento spirituale consiste in una frase molto semplice ma che gli uscì dal cuore quando un giornalista nel lontano 1990 gli chiese il perché questa storia doveva essere ricordata. Lui rispose: “Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere opporsi, eventualmente, a violenze del genere”.
La sua vicenda dimostra che qualsiasi persona se vuole qualcosa può fare per opporsi al male, basta abbia la voglia di non voltarsi dall’altra parte, di non far finta di non vedere quanto avviene. Come diceva una scrittrice tedesca Anna Arendt “si può sempre dire un sì o un no” e questo introduce il grande tema della responsabilità personale.
Quest’anno ricorre il 25esimo anniversario della scomparsa di Giorgio Perlasca; come Fondazione abbiamo fatto e faremo varie iniziative specie qui a Padova sul concetto di difesa della dignità umana.
Franco Perlasca
[la foto di Giorgio Perlasca è tratta da Wikipedia, con licenza Creative Commons]